
Pubblicato su Un popolo in Cammino negli anni ‘90
Quando si comprende, riflettendo sul mistero, l’amore geloso con cui la Chiesa custodisce questo tesoro di valore inestimabile! E come appare logico e naturale che i cristiani, nel corso della loro storia, abbiano sentito il bisogno di esprimere anche all’esterno la gioia e la gratitudine per la realtà di un così grande dono. Essi hanno preso coscienza del fatto che la celebrazione di questo divino mistero non poteva ridursi entro le mura di un tempio, per quanto ampio ed artistico esso fosse, ma che bisognava portarlo sulle strade del mondo perché con lui che le fragili specie dell’ Ostia velavano era venuto sulla terra proprio per essere “la vita del mondo”.
“Io sono il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo disceso dal cielo. Se uno mangia questo pane vivrà in eterno ed il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo“. (Gv. 6,50-51).
Nacque, così, la “Processione del Corpus Domini” che la Chiesa celebra da molti secoli con molta solennità e gioia del tutto particolari.
Anche noi, tra poco, ci avvieremo in processione per le vie del nostro paese.
Ci avvieremo tra canti e Preghiere in processione per le vie del nostro paese portando con noi il Sacramento del Corpo e del Sangue del Signore. Andremo tra le case, le scuole, le officine, i negozi; andremo dove ferve la vita degli uomini, dove si agitano le loro passioni, dove esplodono i loro conflitti, dove si consumano le loro sofferenze e fioriscono le loro speranze. Andremo per testimoniare con umile gioia che in quella piccola Ostia candida vi è la risposta, vi è l’anticipo, il pegno, l’appagamento di quella sete bruciante di felicità e di amore che ognuno si porta dentro nel segreto del cuore.
Usciamo dalla Chiesa, attraverso il paese, andremo incontro a questi nuovi fratelli e sorelle ed a tutti mostrando il Sacramento della Presenza di Cristo. Vai a capo dopo la consacrazione in cui Gesù disse a coloro che si trovavano nel Cenacolo per l’ultima cena:-“prendete e mangiatene tutti, questo è il mio corpo offerto per voi“.-“Prendete e bevetene tutti, questo è il mio sangue versato per voi e per tutti in remissione dei peccati”.
Aggiunge: “fate (anche voi) questo in memoria di me“.
È come se dicesse a ciascuno di noi: “voi dovete essere la continuità nel tempo e nei secoli della mia presenza che offre la propria vita perché l’uomo riscopre che non è fatto per affermare se stesso, per schiacciare gli altri, ma solo perché ogni uomo ed ogni donna riscopre che la propria dignità è affermata nel dono gratuito che fa di sé stesso, di sé stessa! “Anche voi fate quello che ho fatto io”.
Vi riporto il brano del Vangelo che ho letto alla Comunità presente venerdì della quinta settimana del tempo Pasquale: “questo è il mio comandamento; che vi amiate gli uni gli altri come io ho amato voi: nessuno ha un amore più grande di questo dare la vita per i vostri amici. Voi siete miei amici, se fate ciò che io comando. Non vi chiamo più servi, perché il servo non sa quello che fa il suo padrone; ma io vi ho chiamato amici, perché tutto ciò che ho udito dal Padre l’ho fatto conoscere a voi.
Non voi avete scelto me, ma io ho scelto voi e vi ho costituiti perché andiate e portiate frutto e il vostro frutto rimanga; perché tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome ve lo conceda. Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri“. (GV. 15, 15-17)
Nella processione eucaristica del “Corpus Domini“ noi portiamo attorno per le nostre vie questo mistero di Amore che oggi è affidato a noi come continuità della Sua presenza! È il mistero di Gesù: “io sarò con voi fino alla fine dei secoli“!
Non possiamo scherzare su questo mistero; possiamo solo contemplare perché il Signore compia questo miracolo tra noi!
Troppe sono le divisioni, le contrapposizioni, le azioni che tendono ad affermare sé stessi senza un amore a Cristo e alla Sua Sposa, la Chiesa. Rischiamo che il Pastore, il parroco rappresentante di Cristo attraverso l’obbedienza al Papa, e al Suo rappresentante, il Cardinal Carlo Maria Martini, sia una persona attraverso la quale si possa affermare sé stessi e non ricercare il bene verso il paese!
Riflettiamo e cerchiamo nella umiltà di ricercare il bene comune. Siamo stanchi di sentire, anche attraverso la televisione, la radio e tutti i mezzi di comunicazione, che ognuno difende se stesso ed i propri interessi.
