Santi Gioacchino e Anna

fonte immagine: famigliacristiana.it

La fonte più antica sulle figure degli “Avi di Cristo, Gioacchino e Anna, i giusti”, come sono onorati nella Chiesa, soprattutto in quella d’oriente a partire dal VI secolo, è il protovangelo di Giacomo.

E’ uno scritto apocrifo, cioè, che non fa parte di libri approvati e catalogati del Nuovo Testamento e risale al II secolo, con numerose allusioni a modelli del Vecchio Testamento, in questo libro si racconta come Gioacchino, senza figli fino a tarda età come Abramo, si ritira nel deserto per digiunare nella sua tenda quaranta giorni e quaranta notti, e come l’anziana Anna, al pari di Hanna madre di Samuele, Prega il Signore a causa della sua sterilità.

Come ai genitori di Sansone, il salvatore di Israele, e come a Zaccaria e ad Elisabetta, il Signore fa annunciare dal suo angelo a Gioacchino ed Anna che ha ascoltato le loro preghiere.

Gioacchino torna a casa ed Anna lo aspetta sulla soglia, secondo una tradizione occidentale del IV secolo, alla “porta d’oro”.

Quando si incontrano Anna può giubilare come il profeta (Is.54) su Gerusalemme, visitata dall’amore di Dio.

Sua figlia, Maria, viene portata al tempio e, con questo atto, i genitori scompaiono: il loro compito nella storia della salvezza è svolto. La loro personale biografia non ha più alcuna importanza.

Proprio così la loro storia, come parte della “leggenda di Maria” e, nonostante l’origine apocrifa, poteva diventare oggetto di festività liturgica della Chiesa. Nel calendario romano la festa è intitolata: “Concezione di Maria da parte della Santa madre di Anna” il 9 dicembre.

La grandezza di Gioacchino e Anna è che appartengono al grande progetto che Dio Padre aveva di salvare tutta la umanità.

Così, nell’umiltà, dobbiamo sentire che il valore di ognuno di noi sta proprio in questo:

Dio ci ha scelti per portare la salvezza,per portare e comunicare ad ogni uomo il Suo Amore, la Sua Carità, la Sua Fedeltà.

 

Don Angelo



Lascia un commento