
Pubblicato su Un Popolo in Cammino – agosto 1989
“Uomo, dove vai?” Verso quali orizzonti si dirigono gli sforzi con cui costruisci faticosamente il tuo domani? Quali sono le mete che speri di raggiungere attraverso le lotte, il lavoro, i sacrifici a cui ti sottometti ogni giorno? Si, verso cosa va l’uomo pellegrino sulle strade del mondo e della storia?
Le vie degli uomini sono, non raramente, molto diverse fra di loro; gli obiettivi immediati che si propongono presentano normalmente caratteristiche non solo divergenti, ma talvolta anche opposte. Eppure la meta ultima verso cui tutti, indistintamente, si dirigono è sempre la stessa: tutti cercano la piena felicità personale, nel contesto di una vera comunione di amore. Se tentate di penetrare fino al più profondo dei vostri desideri e dei desideri di chi vi passa accanto, scoprirete che è questa l’aspirazione comune di tutti, questa la speranza che, dopo gli insuccessi, risorge sempre nel cuore dell’uomo, dalle ceneri di ogni delusione.
Il nostro cuore cerca la felicità e vuole sperimentare nel contesto di un amore vero, ebbene, il cristiano sa bene che la soddisfazione autentica di questa aspirazione si può trovare solo in Dio, ad immagine del quale l’uomo è stato creato (Gen. 1,27)
“Ci hai fatti per te ed il nostro cuore è inquieto finchè non riposa in Te” (Confessioni di S. Agostino 1,1).
Quando Agostino, reduce da una tortuosa e inutile ricerca della felicità in ogni specie di piacere e di verità, scriveva queste famose parole, non faceva altro che esprimere la esigenza essenziale che emerge dal più profondo del nostro cuore, non è un’esigenza destinata alla delusione ed alla frustrazione: la fede ci assicura che Dio è venuto incontro all’uomo nella persona di Cristo nel quale “abita tutta la pienezza della divinità” (Col. 2,9). Quindi, se l’uomo vuole trovare la soddisfazione alla sua sete di felicità che gli brucia in cuore, è verso Cristo che deve orientare i suoi piani e Cristo non sta lontano da Lui. La nostra vita qui sulla terra è, in verità, un continuo succedersi di incontri con Cristo: con Cristo presente nella sacra Scrittura come Parola di Dio; con Cristo presente nei suoi ministri, come maestro, sacerdote e Pastore; con Cristo presente nel prossimo e specialmente nei poveri, negli infermi, negli emarginati che sono le sue membra sofferenti; con Cristo presente nei sacramenti che sono i canali della Sua azione salvatrice; con Cristo ospite silenzioso dei nostri cuori, dove abita comunicando la sua vita divina.
Come vivere la trasfigurazione se non in questo essere trasfigurati nella Sua presenza di Amore che nasce dalla Sua obbedienza al Padre?
Sorreggiamoci in questo cammino!
Don Angelo
