SERVO DI DIO CARD.ARC.DI MILANO SCHUSTER ALFREDO ILDEFONSO

fonte immagine: santodelgiorno.it

Pubblicato su Un popolo in cammino – marzo 1996

E’ nato a Roma nell’Ospedale di S.Giovanni in Laterano il 18/01/1880.

Il padre Giovanni, oriundo di Lindan (Baviera), era stato caposarto degli Zuavi pontifici ed aveva sposato in terze nozze il 23/04/1879 Maria Anna Tutzer oriunda di Bolzano: da quella unione nacque, in seguito anche una bambina, Giulia, che nel 1907 entro nelle figlie della Carità di S..Vincenzo.

Il servo di Dio fu battezzato due giorni dopo  nell’ospedale stesso con i nomi Ludovico Alfredo Luigi. Il nome Alfredo finirà per prevalere finché non sarà cambiato con quello monastico di Ildefonso.

La sua famiglia, rimasta senza padre, viveva con il sussidio delle dame della Conferenza di S.Vincenzo.

Per poter continuare gli studi il piccolo Alfredo, dietro interessamento del colonnello delle Guardie Svizzere entrò tra gli alunni del monastero dell’abbazia benedettina di S.Paolo fuori le mura.

Entrato nel noviziato il 13/11/1899 fece la professione semplice il 30/10/1900 ed iniziò a frequentare il corso di filosofia che lo portò brillantemente alla laurea il 28/05/1903. 

Il 13/11/1901 fece i voti solenni e fu ordinato suddiacono ed il 6/6/1903 diacono in S.Giovanni in Laterano.

Il 19/3/1904 riceve il presbiterato.

Diventò maestro dei novizi nel 1908 e poi procuratore generale della congregazione benedettina Cassinese e priore claustrale del suo monastero nel 1915.

Il 14/4/1919 era eletto abate di S.Paolo.

Il 26/6/1929 Pio XI lo nomina Arcivescovo di Milano. Il 21/7/1929 è consacrato Vescovo dallo stesso Pio XI.

Una settimana prima, 13/7/1929 si era recato a S.Rossore (Pisa) nella tenuta di caccia del re d’Italia Vittorio Emanuele III, e nelle sue mani aveva emesso il giuramento di fedeltà al capo dello stato, esigito dai recentissimi Patti Lateranensi.

Era la prima volta che avveniva questo dopo la conciliazione tra la Chiesa e lo Stato Italiano, propiziata dal regime fascista.

Il lealismo del nuovo Arcivescovo di Milano, che in qualche modo traeva la sua ispirazione dall’atteggiamento di S.Ambrogio verso l’impero romano, si trasformò, poi, in opposizione ferma e coraggiosa tutte le volte che venne messa in causa la libertà della Chiesa.

Qualche storico ha potuto, così, parlare di ispirazione borromeica nell’atteggiamento politico del Cardinale, che seguiva l’esempio di S.Carlo, non solo nello zelo pastorale, nella carità verso i poveri, nella austerità della vita, ma anche nella intransigenza ogni volta in cui erano in gioco la superiore missione della Chiesa e il bene delle anime.

Era, inoltre, confermato in questo dall’esempio dello stesso Sommo Pontefice Pio XI che approvò le sue scelte pastorali anche con documenti pubblici come quando nel 1931 gli indirizzò una lettera in difesa delle organizzazioni cattoliche milanesi, bersagliate dal regime fascista.

L’appoggio dato dal Cardinale alla guerra di Spagna si spiega assai facilmente con le atrocità perpetrate dai rivoluzionari russi nei confronti del clero e dei religiosi.

Del resto poco dopo rompe con il fascismo criticandone apertamente la legislazione fascista.

Gli anni duri della seconda guerra mondiale hanno visto il Cardinal Schuster impegnato coraggiosamente nel soccorrere tutte le miserie provocate senza distinzione di parte: 

incoraggiò il clero che aiutava gli Ebrei perseguitati a mettersi in salvo.

Così, dopo la liberazione di Milano, si adoperò per sottrarre molti ex-fascisti alla giustizia sommaria di coloro che avevano vinto.

E’ rimasto al suo posto nella città occupata dalle truppe tedesche continuamente bombardata dagli anglo-americani.

Ha svolto una delicatissima opera di mediazione fra le due parti salvando la città da ulteriori rappresaglie e devestazioni.

Lo stesso Mussolini avrebbe potuto aver salva la vita se si fosse consegnato nelle sue mani, tanto era il prestigio che l’eroico arcivescovo si era conquistato agli occhi di tutti.

Passata la guerra si dedicò con grande energia alla ricostruzione morale e materiale della vastissima diocesi, riorganizzando la vita religiosa e sociale delle parrocchie visitate continuamente da lui con una periodicità perseverante che non si era interrotta neanche durante la guerra.

5 visite pastorali

5 sinodi diocesani

1 consiglio provinciale

La consacrazione di 275 Chiese tra le quali la nostra nuova parrocchiale

21 vescovi ordinati

1265 sacerdoti ordinati

E’ deceduto nel seminario di Vengono improvvisamente il 30/8/1954.

 

Mons. Dott. Angelo Majo è parroco della Chiesa madre di tutta la nostra Diocesi.

Ha vissuto molti anni accanto a Sua Ecc..Ms .Alfredo Ildefonso Schuster essendo prima vice preside e poi preside del seminarietto in Piazza Duomo 16.

Sono a lui grato per aver impostato filosoficamente la mia vita accanto a Mons. Olgiati durante gli anni di studio in liceo classico.

Ora è anche Arciprete del Capitolo Metropolitano e teologo Metropolitano.

Lo ringraziamo per aver accolto il nostro invito a parlarci del cammino di Santità del nostro Arcivescovo e del suo impegno sociale a favore dei suoi fratelli e figli del Padre di tutta la Diocesi.

 

Don Angelo



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