
Pubblicato su Un popolo in cammino anno 1993
E’ fuori dalla mentalità e dalla pratica della Chiesa che vive in Gesù l’attenzione alla persona, la scelta di cancellare la presenza dei lavoratori in questa industria. A loro, perciò, deve andare la nostra attenzione!
Non dobbiamo parlare astrattamente di “solidarietà” di cui ci riempiamo la bocca. Occorrono gesti concreti e condivisione delle situazioni che sono venute creandosi anche nelle nostre famiglie.
Come ha sottolineato il Sig. Sindaco Ferruccio Bossi, la meraviglia è esserci trovati di fronte ai lavoratori così duramente colpiti, così composti, attenti e non reattivi. E’ una lezione di moralità e di solidarietà, di compostezza e di ascolto che oggi conosciamo poco e tanto meno esprimiamo nella vita.
Anche questo atteggiamento ci deve responsabilizzare sempre di più.
Non è, certo, motivo di questa chiusura, il disimpegno del personale o la mancanza di utile che ha raggiunto il 2%!
E’ un gioco di interessi che, e questo è grave, è fatto passare nell’anonimato! A chi rivolgersi per superare eventuali difficoltà? I responsabili dirigenti sono volti senza volto!
Ringrazio i Consigli Pastorali di Jerago e Orago, le ACLI e tutte le associazioni che si sono interessate a questo grave caso di pirateria. Si, pirateria perché improvvisamente, senza preavviso, senza dialogo, si tenta di cancellare una nave che naviga anche dentro le difficoltà economiche attuali.
Ringrazio il consiglio Comunale che in unità con i responsabili di altri paesi e dei sindacati si sono assunti la responsabilità di mettersi a disposizione dei lavoratori per aiutarli a riproporre un dialogo con i dirigenti industriali per evitare, se sarà possibile, di cancellare la presenza della Rejna con un colpo di spugna. Non ci sono motivazioni valide, c’è solo l’ingordigia di guadagno succhiando il sangue della fatica di chi guadagna il pane con il proprio sudore ed il proprio impegno.
Il Signore vi assista anche in questo sforzo di solidarietà e di impegno costruttivo.
Con affetto
Don Angelo
