
Per le madri, le sorelle, le spose;
per le donne consacrate a Dio nella verginità;
per le donne dedite ai tanti servizi umani,
che attendono l’amore gratuito di un’altra persona;
per le donne che vegliano sull’essere umano nella famiglia,
che è fondamentale segno della comunità umana;
per le donne che lavorano professionalmente,
donne a volte gravate da una grande responsabilità sociale;
per le donne “perfette”, per le donne “deboli”, per tutte:
così come sono uscite dal cuore di Dio
in tutta la bellezza e ricchezza della loro femminilità;
così come sono state abbracciate dal suo eterno amore;
così come, insieme con l’uomo sono pellegrine
su questa terra, che è, nel tempo, la “patria” degli uomini
e si trasforma talvolta in una “valle del pianto”;
così come assumono, insieme con l’uomo,
una comune responsabilità
per le sorti dell’umanità, secondo le quotidiane necessità
e secondo quei destini definitivi che l’umana famiglia
ha in Dio stesso, nel seno dell’ineffabile Trinità.
(Giovanni Paolo II)
