
Pubblicato su Un popolo in cammino – novembre 1990
Gesù Cristo è il Signore che supera la storia e le sue epoche, non perché l’abbia lasciata a se stessa, ma perché la resurrezione lo ha reso contemporaneo ad ogni generazione.
Di conseguenza non dobbiamo uscire dal tempo per incontrare Gesù, ma lo troviamo nel tempo.
Lo trova ogni uomo ad ogni generazione. I sacramenti sono i segni efficaci della presenza del Signore nella storia particolarmente l’Eucarestia, che è una memoria piena della Sua presenza.
Certamente questa presenza del Signore nel tempo non è legata solo al sacramento: Gesù è con la sua Chiesa “tutti i giorni fino alla fine dei tempi”. (mt.28,20).
La presenza di Gesù assume molte forme: anche l’incontro con un povero è un incontro con lui. Però il “ sacramento” è la forma singolare e indispensabile “qui e adesso”, che ci dona la forma di vederlo e di sentirlo nei fratelli. Ora, l’anno liturgico è un sacramento, è la ripresentazione del Signore prolungata lungo tutto l’anno. Ci permette di svolgere tutta la storia di Gesù, di ripassarla, di imprimerla nel cuore e nella mente.
Così il tempo diventa un buon servitore di Cristo, il luogo della nostra crescita in lui.
Così siamo raccolti dalla nostra dissipazione e preservati dal non senso che i giorni avrebbero se non fossero vissuti nella grazia, nell’accoglienza del dono che Egli fa di se stesso nella nostra persona.
Così, anche se gli anni lasciano il loro segno impetuoso nella nostra carne, lo spirito ringiovanisce.
La liturgia offre ogni anno l’appuntamento con l’avvento, che interpreta l’attesa che c’è nel nostro cuore, con il Natale, la Pasqua.
Noi che crediamo aspettiamo con gioia questi appuntamenti, li cerchiamo nel calendario senza stanchezza perché segnano l’incontro fra due fedeltà, quella del Signore e quella della Chiesa, ed aumenta la speranza che si realizzi il Regno di amore e di pace che è già vicino.
Avvento segno dell’attesa che è in noi si realizzi la Sua pace, il Suo amore, la Sua capacità
di offrirsi per la salvezza di ogni uomo
allora: – riguardiamo il desiderio che c’è nel nostro cuore
– contempliamo il “donarsi di Gesù” all’umanità attraverso il vivere la liturgia, la
Messa, per imparare anche noi a donarci per il bene dei fratelli che ci
Circondano.
– facciamo gesti di piccoli sacrifici e di piccole rinunce perché il Natale ci trovi
Colmi di gioia e di pace.
Con affetto
Don Angelo
