S. Sebastiano

fonte immagine: chiesadimilano.it

Pubblicato su Un popolo in cammino – gennaio 1990

Uno dei santi più popolari è certamente S. Sebastiano venerato come martire.

Egli è invocato contro la peste ed altre epidemie degli uomini e degli animali. Inoltre è compatrono di molte confraternite e corporazioni artigiane. Diverse località si contendono le sue reliquie. L’arte ha trovato infinite volte il tema del martirio di Sebastiano,variandola secondo le sue forme espressive. Il calendario romano lo celebra il 20 Gennaio insieme a Fabiano, vescovo di Roma. La data della memoria è quasi l’unica cosa che può valere come testimonianza di S. Sebastiano. Essa risale al calendario romano del 354,in esso viene menzionata la celebrazione del giorno della memoria nella catacomba della via Appia. Si tratta di quell’impianto cimiteriale che ha preso il nome da Sebastiano.

Già nel IV secolo vi fu eretta una basilica, prima in onore degli apostoli; solo più tardi essa divenne chiesa di S. Sebastiano. Sulla tomba stessa si possono rilevare tracce di un culto più antico. Non si può dire però, con sicurezza, quando questa tomba accolse il corpo del martire. I diversi tentativi di datazione sono solo ipotesi e vanno da  un martirio sotto l’imperatore Valeriano, ad una persecuzione singola ed insolita durante il decennio successivo alla grande persecuzione di Diocleziano.

Di più sembra, comunque, saperne già S. Ambrogio di Milano. Nella sua ventesima predica sul salmo 118 egli parla del martire. La madre sarebbe stata milanese, quindi anche il figlio può essere rivendicato di Milano. Sotto l’imperatore Massimiano (286-305),colui che reggeva l’impero con Diocleziano, egli sarebbe stato portato a Roma dove avrebbe subito il martirio.

Molto, tuttavia, non si può dedurre neanche da queste indicazioni. Il martirio di Roma è testimoniato con sicurezza. Rimane incerto l’anno.

Chiaramente si ricava dal testo di S. Ambrogio che a quest’epoca il culto di S. Sebastiano aveva già raggiunto Milano.

Ambrogio si lamenta di monaci mercanti di ossa di martiri che vagano qua e là a venderli,e aggiunge significativamente: “Se fossero solo di martiri!”.

A favore della viva attenzione alla tomba di S. Sebastiano a Roma parla  anche la circostanza della fondazione di un monastero presso la basilica di S. Sebastiano. Papa Sisto III (432-440) vi accolse una comunità di monaci il cui compito era, per la venerazione continua, di curare il regolare servizio divino ed un’ attenta assistenza ai pellegrini. In questo monastero nacque, nella prima metà del V sec., la leggenda di Sebastiano, una romantica odissea di eventi del tutto straordinari, di conversioni improvvise, e di ampi discorsi in difesa della fede cristiana. L’autore è indicato, solitamente, in Arnobio il Giovane, un monaco fuggito dall’Africa settentrionale dopo l’arrivo dei vandali, e che viveva a Roma dal 432 circa. Le esigenze del culto e la pia curiosità dei pellegrini richiedevano una invenzione del genere in onore del veneratissimo martire. Secondo questa versione, Sebastiano era un ufficiale della guardia imperiale, nato a Barbona, ma residente a Milano.



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