Il significato teologico della salvezza eterna

Pubblicato su Un popolo in cammino – 

 

Davanti al padre anche l’amore è perfetto

L’unica ragione Divina per cui tutti gli uomini-rigorosamente tutti-appaiono al mondo è quella che vadano in paradiso o che ottengano la vita eterna, o che Salvino l’anima, come una volta si Amava dire.

E perché questo avvenga realmente, Dio segue ogni uomo con provvido e onnipotente amore, senza che nessuno sia lasciato in stato di insufficienza e di indifferenza. E’ inimmaginabile che il cuore di Dio stia tranquillo, non patisca se anche a un solo uomo manchi in sovrabbondanza la sua Grazia.

E si comprende, se si pensa che dall’eternità – per pura Grazia – Dio ha concepito ogni singolo uomo nel Figlio risorto da morte, che tutti siamo stati raffigurati a immagine di Cristo e in vista di lui; che tutti siamo stati predestinati in Gesù ed eletti per essere figli di Dio con lui, che è l’Unigenito del Padre.

Il primo che in assoluto Dio vuole e ama, è Gesù Cristo, per il quale è diventato creatore e nel quale tutti gli uomini sono ritrovati e amati, nessuno escluso. Non è prima di tutto l’uomo che ama e cerca Dio, ma è Dio che precedendo ogni pensiero e aspirazione dell’uomo lo ama e lo cerca. Grazie a Gesù, del quale il Padre infinitamente si compiace, ogni uomo sta a cuore a Dio, è la passione e il desiderio di Dio.

Se Dio non trascura Gesù, è inimmaginabile, che trascuri qualche uomo, che lo abbandoni, lo lascia orfano, che lo privi di quanto è necessario perché consegue il fine per cui è stato creato: il paradiso.

Per quali vie l’amore Paterno di Dio, fuori dalla visibile grazia evangelica ed ecclesiale, raggiunga tutti gli uomini, a noi non è dato di sapere, ma non possiamo dubitare: Qualunque sia il modo con cui un uomo venga alla luce di questo mondo, Il fatto stesso che ci sia è segno che ha sopra di sé e per sé la tenerezza e la gioia di Dio che gli è fatto dono di Cristo, anche se soltanto se ne accorgerà in paradiso.

E Il Paradiso è la comunione degli uomini con il Padre e con lo Spirito Santo, insieme a Gesù Risorto da morte e anche insieme agli angeli; è la loro vita di figli e di Fratelli nella Trinità; è la condizione Beata di quanti, divenuti conformi a Gesù nella morte e nella risurrezione, condividono La sua visione del Padre. In paradiso le varie forme di affetto (amicizia, coniugalità, paternità, maternità) che hanno segnato l’esistenza in questo mondo non saranno spente o infrante: verranno invece perfezionate, portate a compimento, e liberate dalla necessità e dalle modalità terrene: così non occorrerà più e sarà terminato l’esercizio della sessualità in quanto avrà raggiunto la sua intenzione profonda. Non possiamo negare il nostro impaccio nel parlare e nell’immaginare il mistero del Paradiso;, del resto è un linguaggio che proviene unicamente dalla Fede, e dove questa manchi difficilmente è assente, se non l’irrisione, lo scetticismo e la perplessità. Se non si condivide il Vangelo il paradiso non potrebbe che apparire un nome vuoto e vago.

Viene spontanea, a questo punto una domanda sull’inferno, che è l’opposto del paradiso e può chiamarsi lo stato di quelli che deliberatamente hanno rifiutato la paternità di Dio, e hanno obiettato il suo amore; Il che, in concreto significa: hanno voluto essere uomini.



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