Giornata mondiale del malato

Pubblicato su Un popolo in cammino – febbraio 2001

Chiamati da Dio a partecipare con Cristo alla

redenzione del mondo

Carissimi,

consapevolmente ho messo sotto il titolo una dicitura

importantissima.

Troppo spesso, infatti, ci determiniamo o permettiamo che ci determinino come “ammalati” . Invece, ciò che ci qualifica, ciò che esprime esattamente la nostra grandezza e la nostra dignità è che siamo figli di Dio. 

Il nostro padre e pastore, Giovanni Paolo II, in uno degli ultimi discorsi ci ha così richiamati: “Nessuna autorità, nessun programma politico, nessuna ideologia è autorizzata a ridurre l’uomo, a ridurre la donna a ciò che egli è capace di fare o di produrre”. Troppo spesso il mondo, anzi, la mentalità corrente della nostra società fa sentire l’anziano, il vecchio e l’ammalato come inutile.

Quando vi incontro mi ritorna sempre alla mente e al cuore, e diventa preghiera, Gesù sulla croce …. Tutti lo beffeggiavano, lo insultavano, lo provocavano chiedendogli di scendere dalla croce e dimostrare, così, a tutti di sapersi salvare e perciò di continuare a salvare gli altri facendo miracoli.

Ma il vero miracolo era l’accoglienza nella sua carne del nostro smarrimento provocato dal rifiuto di riconoscerci figli, di riconoscersi amati, di rispondere con l’amore al Suo Amore.

Gesù ha portato sulla croce il nostro smarrimento, la nostra solitudine, le nostre paure che scaturiscono dal non sentirci appartenere a nessuno dopo aver orgogliosamente rifiutato di riconoscerci suoi!

E in voi, allora, riconosco Gesù nel quale è inchiodato sulla croce la mia presunzione, a riconoscere in voi il Signore che mi chiama a fare la Sua volontà perché mi ama! Incontrando voi incontro Gesù che mi salva. E, allora, riconosco in voi, nella vostra capacità di agire la grande opera di salvezza dal nostro orgoglioso nulla attraverso la vostra umanità.

Mi viene spontaneo rivolgermi attraverso il vostro volto a Gesù e dire: “in loro riconosco il tuo volto di amore, in loro, Signore, riconosco il Tuo cuore che si offre e mi salva”.

 

Con affetto

Don Angelo

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