Pubblicato su Un popolo in cammino – marzo 1988
Occorre, dopo un anno donato al Signore, dopo un anno di grazia, metterci di fronte al Signore per vedere la nostra responsabilità, cioè, il modo con cui ognuno di noi e tutta la Comunità, ha risposto alla Sua iniziativa.
Attraverso il battesimo si sono inseriti nel Corpo di Cristo, cioè della Sua Chiesa, 26 persone; dopo la lotta della vita per mantenere la fede e la carità verso Dio e i fratelli, sono tornate al Padre, 36 persone.
Si sono unite in matrimonio 8 coppie per essere testimoni della fedeltà e attenzione di Dio.
Di tutto questo ne siamo profondamente grati al Signore, ma occorre fare alcune osservazioni:
1 – La nostra comunità è diminuita di 10 persone.
abbiamo, forse, perso il gusto di Dio di renderci partecipi della Sua vita, del Suo Amore, rendendo, a nostra volta, partecipi “altri” della nostra vita. Siamo forse diventati più timorosi di fronte alla vita e meno gioiosi, meno entusiasti tanto da comunicare ad altri entusiasmo e gioia di vivere?
O, forse siamo diventati più preoccupati di noi stessi, più ricurvi su noi più che protesi a donarci e ad amare?
2 – Certo, la massima parte di chi si sposa è costretta a scegliere di stabilire la propria dimora in altri paesi circonvicini …… ma perché? Sono domande che ci interrogano profondamente e penso sia utile che vengano poste a tutti. Non è possibile aiutare i giovani a continuare il proprio cammino di fede dove questo è stato iniziato?
3 – Almeno l’80% dei decessi è per cancro! Una percentuale altissima. Ma perché? Non possiamo fare proprio nulla? O non amiamo forse raggiungere maggiori utili anche a scapito della salute? Dio è un amante della vita, non di mammona!
Sono domande che ci poniamo non per scoraggiarci o per puntare un dito accusatore, ma per sollecitarci a rendere sempre più consapevole il nostro cammino e renderci la gioia di un lavoro da compiere!
Con affetto
Don Angelo
