Pubblicato su Un popolo in cammino – marzo 1988
La religione, a giudicare dallo spazio recentemente concesso da alcuni mezzi di informazione, torna a fare notizia. Esistono, tuttavia, al riguardo due fattori che colpiscono negativamente.
Il primo è il preciso intendimento del “laicismo italiano” di relegare la fede al puro aspetto privato; il massimo che si vorrebbe concedere è lo spazio per un “tollerante dialogo” sui così detti “valori comuni”, ovviamente a prescindere dalla loro fonte.
Il secondo fatto negativo è l’intendimento di tanta parte del mondo cattolico, che tende a pensare per sé un ruolo che altri hanno deciso; così il buon cristiano non viene più identificato in colui che, ovunque, annuncia Cristo innanzi tutto con la propria azione, ma chi, detto banalmente, fa il “bravo”, magari si impegna in parrocchia, ma è attento a non calpestare i piedi ai potenti e si allinea con gli schemi da loro prefissati.
I potenti non sono solo coloro che detengono il predominio economico fino al punto di dire:”Se vuoi mangiare , fa quello che ti dico”, ma anche coloro che detengono il potere culturale, emarginano ogni espressione che sia al di fuori della propria concezione di vita, del proprio modo di pensare e progettare la vita. E’ così che il cristiano viene sempre relegato ai margini del “sociale”, fino ad accettare di esprimersi solo nel “privato”, nella “sacrestia”, in quel fazzoletto di terra sul quale sorgono le mura della chiesa (con la “c” maiuscola). E questo anche in nome del rispetto “dovuto” alle “diversità” che impongono il proprio modo di vivere a chi è richiamato a rispettare la loro conoscenza! E’ una scure che emargina sempre più il cristiano ai bordi della vita!
E tutto questo come se il “senso religioso”, quello autentico, potesse essere confinato in un angolo della vita anziché essere la domanda di un significato ultimo che investe tutta la realtà umana, anima e corpo, e l’ambiente sociale che ci circonda.
Il Signore non si è incarnato per lasciare tutti e tutto come prima della Sua venuta, ma ha detto all’uomo, ad ogni uomo, di essere stato mandato dal Padre per essere un Amante e come tale ha usato ogni incontro ed ogni cosa per esprimere il Suo amore. Certo, nel rispetto della libertà di ognuno, tanto da lasciarsi crocifiggere, anch’Egli accusato di sconvolgere l’ordine pubblico prestabilito. Nella Sua città non aveva diritto di cittadinanza, come i cristiani oggi non hanno diritto di cittadinanza se non bruciando l’incenso davanti alla statua del potere.
Don Angelo
