Pubblicato su Un popolo in cammino – marzo 1988
Carissimi,
Sento dentro di me un amore grande nei vostri confronti, un amore che qualche volta diventa impazienza o, meglio, desiderio che abbiamo a risplendere della Carità di Cristo, della Sua capacità di amare, della Sua capacità di ridarci la nostra “Bellezza originaria”.
Vorrei bruciare le tappe, i tempi …………. Penso che anche Voi vorreste che i vostri figli fossero stupendi, subito stupendi !
Ma è proprio in questo momento che devo guardare a Cristo, alla storia voluta per Lui dal Padre! Gesù avrebbe potuto realizzare la nostra salvezza in un solo momento, ma ha accettato che la forza redentrice che aveva dentro al cuore si scandisse lentamente e nascostamente in millenni di storia. Era certamente accolto meglio dai pagani, da coloro che non erano il Suo popolo, ma ha accolto di vivere in Palestina e di essere crocifisso nel tempo fissato dal Padre. Se il Padre ha trattato il nostro Maestro così, tratterà così anche i suoi discepoli.
Allora è normale che il risultato delle nostre azioni non corrisponda all’aspirazione, al desiderio di felicità, di pienezza, di attesa che abbiamo. Sembra un fallimento e non lo è. La fede fa capire questo e perciò fa vivere fermi in Cristo e nella letizia.
La nostra fede deve diventare più grande, perché dobbiamo portare anche la pesantezza e spesso l’oscurità delle cose, così come sono, nella certezza che ci illuminerà nei tempi da Lui voluti.
Spesso le cose, le situazioni possono essere pesanti, ma noi le portiamo perché siamo fatti come Cristo, il gigante che percorre la strada.
Don Angelo
