Settimana Santa – Gesù si dona – Gesù muore – Gesù risorge

Pubblicato su Un popolo in cammino – aprile 2001

Cimabue-Crocifisso

Carissimi, 

in questa settimana fondamentale per la vita della Chiesa e per la nostra vita personale voglio riportarvi un brano del commento al Vangelo di Giovanni fatto da S. Agostino:

“ … perché Cristo è stato crocifisso?

Perché ti era necessario il legno della sua umiltà. Infatti ti eri gonfiato di superbia ed eri stato cacciato lontano dalla patria; la vita era stata interrotta dai flutti di questo secolo e non c’è altro modo di compiere la traversata e raggiungere la patria che lasciarti portare dal legno.

Ingrato! Irridi a colui che è venuto per portarti di là. Egli stesso si è fatto via, una via attraverso il mare, per mostrarti che la via è attraverso il mare.

Ma tu, che non puoi camminare sul mare come lui, lasciati trasportare da questo vascello, lasciati portare dal legno. Credi nel Crocifisso e potrai arrivare.

E’ per te che si è lasciato crocifiggere, per insegnarti l’umiltà; e anche perché se fosse venuto come Dio non sarebbe stato riconosciuto. Se fosse venuto come Dio, infatti, non sarebbe venuto per quelli che erano incapaci di vedere Dio.

Come Dio non si può dire che è venuto ne che se ne è andato, perché, come Dio, egli è presente ovunque, e non può essere contenuto in nessun luogo.

Come è venuto invece?

Nella sua visibile umanità!”

Cristo è veramente risorto!

Questa certezza della fede è il fondamento della nostra speranza. Essa conferma che veramente Gesù è il figlio di Dio, che le sue parole sono affidabili e vere, che Egli possiede la potenza di rimettere i peccati che Egli è morto per noi, per me.

Poiché Cristo è risorto, Egli rimane presente nella sua parola, nella Comunione della Chiesa, nei poveri e nei sofferenti, nei sacramenti, nel sacerdote … soprattutto sotto la specie eucaristica.

Egli è in tutti noi, speranza della gloria

Ma questo, carissimi, dona una grandezza alla nostra vita, alla nostra storia umana che supera ogni presunzione del mondo: essere il padrone.

Ma padrone di che cosa?  Di una meschinità che oggi fiorisce e domani dissecca, che oggi si sente vicina all’Everest a dominare il mondo e domani è sconfitto, umiliato, emarginato perché al mondo non serve più. Lui, invece che è in tutti noi, dona  la grandezza di figli del Padre, la grandezza che neppure la nostra incoerenza ci separa da Lui … perché è fedele.

Carissimi, guardate e contemplate nel Suo volto il volto di ognuno di voi e riscoprite la dignità alla quale, in Cristo siamo stati chiamati.

Con affetto

Don Angelo

Buona Pasqua



Lascia un commento