“Uomini in cammino
Strade nascoste
Grandi Chiese come navi
Sul mare agitato …..”
Chi erano i pellegrini cristiani?
Lo storico E.R. Labaude dà questa definizione:
“Cristiani che, ad un certo momento della loro vita hanno deciso di recarsi in un certo luogo e che, in questo viaggio hanno totalmente subordinato l’organizzazione della loro esistenza”.
Certo occorre aggiungere al “recarsi in un luogo” il termine “sacro”.
Il fine religioso del pellegrinaggio è estremamente importante e direi unico.
Perché un luogo è “sacro” o “santo”?
La santitrà è di Dio e Dio è amore.
Santo è il luogo in cui Gesù ha vissuto perché con Lui tutto era espressione di amore. Per Gesù tutto era usato per esprimere l’amore, l’attenzione, la delicatezza che il Padre aveva nei confronti dell’uomo: il pane spezzato e diviso tra gli uomini per saziare la loro fame, i gigli del campo che il Padre ha rivestito di bellezza perché il cuore dell’uomo ne gioisse.
Per Lui anche la malattia e la morte erano motivo per esprimere la Gloria, l’Amore, l’attenzione di Dio: il cieco, lo storpio, il lebbroso riacquistano la salute perché gli uomini glorifichino il Padre. Lazzaro è risuscitato perché gli uomini credano che il Padre è amore.
Santo è il luogo dove ogni uomo ha espresso, attraverso la propria vita, l’attenzione e l’amore del Padre che ha imparato seguendo l’amore di Gesù.
Santo è il luogo in cui ogni uomo si è fatto carico della fatica, delle contraddizioni, dei bisogni di ogni uomo da cui era circondato seguendo l’esempio di Gesù.
Andare in un luogo santo è desiderare di ricordare come posso vivere io da vero uomo, guardando come ha vissuto da vero uomo chi si è avvicinato di più a Cristo, rendendolo più presente a tutti attraverso la propria vita.
Questo è il motivo del nostro pellegrinaggio a Torino presso Maria Ausiliatrice ed a Becchi Colle Don Bosco.
Il pellegrino non è, allora, un uomo triste, ma un uomo lieto e pieno di speranza ….. una speranza che crediamo e chiediamo diventi realtà.
Certo! Pregheremo ….. ma soprattutto gioiremo e ci divertiremo nella carità e nell’accoglienza reciproca.
Don Angelo
