FESTA DI SAN ROCCO

Pubblicato su Un popolo in cammino – settembre 1994


Spesso siamo portati a giudicare una persona o una presenza di una aggregazione da ciò che fa. Ma ciò che, sola, può stupire il mondo è la presenza di persone che, amandosi, stimandosi, avendo in comune anche un’opera diventano operosi. Quello che è essenziale, ciò che qualifica non è ciò che fanno, ma l’unità che dona la forza di una operosità. 

Mi sembra di intravedere proprio questa centralità nel “gruppo di San Rocco“. Ed è stata la mia preghiera elevata al Signore per loro: “che siano una cosa sola perché il mondo sappia che tu mi hai mandato“.

L’unità che nasce dalla fede e che, perciò, ha la forza di resistere all’influenza del mondo, ad un egoismo, ad un individualismo, ad una superba affermazione di sé, è una realtà fragile perché continuamente aggredita dalla superbia che si insinua tra noi scaturendo da un cuore che di fronte alla fatica di amare si lascia corrompere.

Per questo ho detto che il mio atteggiamento è stato ed è di preghiera: 

“Signore, fa che il loro cuore non si corrompa, mantieni loro la pace e la serietà che nasce dall’amore. Aiutali, Signore, ad essere testimoni del tuo amore. Aiutali a comprendere che è festa non perché “si guadagna“, ma perché si ama“.

Ma c’è un’altra considerazione. Si può ricadere nella superba affermazione di “gruppo“ quando questa unità, che diventa operosità attorno a un’opera che è anche l’abbellimento della chiesetta di San Rocco, non è all’interno di una realtà più grande che è la parrocchia. Non possiamo dimenticare la preghiera che Gesù ha rivolto al padre perché sia possibile all’uomo vivere con verità la propria esistenza umana; una verità che è fonte di pace di serenità di amore: “Che siano una cosa sola“.

Dunque, ogni aggregazione che non sia aiuto reciproco a vivere in questa “unità“ rischia di affermare se stessa in opposizione tacita ed espressa ad altri. Perciò, grazie, Signore che mi aiuti a vivere gomito a gomito con i miei fratelli e con le mie sorelle, ma grazie soprattutto che hai vissuto il dono di te stesso per la salvezza di tutti gli uomini, che non mi hai strappato alle ristrettezze del mio egoismo per insuperbirmi, ma per essere strumento di pace per tutti.

“Sangue versato, da te, per noi e per tutti”. 

Occorre, perciò, vigilanza e gratitudine di appartenere ad un corpo cattolico, universale. 

Sia anche per voi, cari Sanrocchini, questa la vostra e nostra passione. 

Con gratitudine Don Angelo

Riporto il resoconto economico della festa, i cui proventi sono stati versati alla parrocchia, trasmesso dal gruppo San Rocco. 

Il gruppo San Rocco ringrazia tutti coloro che hanno generosamente offerto per le nuove vetrate della chiesetta di San Rocco. Lo stesso gruppo ha devoluto per le opere parrocchiali lire 1.600.000 di cui lire 600 per le immagini della Madonna del Carmine.

Gruppo San Rocco

Riporto inoltre un articolo di Anna Maria Cozzi, apparso su “luce“ del 28 agosto, che sottolinea l’opera realizzata dal gruppo San Rocco in ricordo di un loro appartenente, Francesco Caielli.

Jerago: quattro nuove vetrate per la chiesetta di San Rocco. 

Lungo la strada che porta al cimitero di Jerago, isolata dal centro abitato, munita di uno snello campaniletto, e fiancheggiata da una piccolissima sacrestia, si trova la chiesetta campestre di San Rocco. 

La sua origine

Essa trova forse la sua origine da un atto di fede degli jeraghesi verso San Rocco, protettore dei mali contagiosi, durante uno dei tanti morbi che imperversavano nel Ducato di Milano nel 500. Sulla facciata splende maestosamente colorato il mosaico, eseguito sul disegno di Ambrogio Riganti. A questo luminoso mosaico e all’architettura della chiesetta che profuma d’antico, oggi si aggiungono quattro nuovi splendidi gioielli d’arte vetraria: quattro vetrate eseguite, su disegno della pittrice serena Moroni Frontini di Busto Arsizio, dalla ditta Toneguzzo – mosaici e – Vetrate d’arte – in Monza. 

Preziosi elementi. 

Le nuovissime vetrate che decorreranno la piccola chiesa, rappresentano rispettivamente un piccolo Spirito Santo, posto sulla parete dell’abside cinquecentesca, un rosone, San Francesco e la sacra famiglia. Preziosi elementi che non possono passare inosservati ad un occhio attento che testimoniano l’importanza che la chiesetta di San Rocco continua ad avere per la comunità di Jerago.

A settembre l’inaugurazione

L’inaugurazione ufficiale delle vetrate stesse avverrà in questo mese di settembre che si apre, in occasione della tradizionale festa di inizio dell’anno pastorale.

Lascia un commento