
Pubblicato su Un popolo in cammino – maggio 1990
Una tradizione posteriore e senza fondamento storico fa di Marco uno dei settantadue discepoli (Epifanio).
Il Canone Muratoriano dice che lui era stato presente ad alcuni episodi della vita di Gesù, sebbene non fosse stato discepolo del Signore.
Il monaco Alessandro dice fosse stato lui l’uomo con la brocca che guidò Pietro e Giovanni al cenacolo, la casa di Maria sua madre
Con più verasomiglianza, invece, si è visto lui nel giovinetto nel Getsemani. Sarebbero questi i contatti occasionali di lui con Gesù che potrebbero essere uniti e composti con l’antica tradizione che abbiamo ricordato.
Un altro dato tradizionale è connesso con l’origine levitica di Marco. L’autore di Philosophumene (probabilmente S. Ippolito) attribuisce a Marco il soprannome di “dal dito tagliato”; cioè, Marco, passato al Cristianesimo, si sarebbe tagliato il pollice per rendersi inadatto agli atti del sacerdozio levitino.
Un ultimo dato fornito dalla tradizione, fa di Marco l’Evangelista il fondatore della chiesa di Alessandria.
Questo fatto è attestato da varie e numerose testimonianze. Sorta, questa tradizione, attorno al 200 domina tuttora incontrastata, non messa in discussione. Ma è difficile fissare la data di questo fatto. Eusebio lo pone nei primi anni dell’imperatore romano Claudio (42-43); ma in quel periodo Marco era con Paolo e Barnaba. Lo stesso Eusebio afferma che nell’anno VIII° di Nerone, nel 62, Aniano succedette a Marco nella sede di Alessandria e San Girolamo ne trae la conseguenza, forse sbagliando, che Marco sia morto in quell’anno.
In realtà molti critici pensano che Marco abbia lasciato Alessandria per recarsi a Roma. Tra i critici moderni, inoltre, si avanzano dubbi sulla fondatezza di tale tradizione, perché di essa non troviamo nessuna traccia sugli scritti di Clemente d’Alessandria e di Origene.
Dionigi d’Alessandria parla di Giovanni chiamato anche Marco, ma senza fare alcuna allusione a questa tradizione. Padre De Ambroggi avanza l’ipotesi che il fondatore della Chiesa di Alessandria sia un altro Marco.
Gli atti Apocrifi di Barnaba fanno andare, dopo la morte di questi, Marco ad Alessandria proveniente da Cipro che fosse stato ucciso dai Pagani di Alessandria e sepolto in un villaggio vicino.
Ma anche per il martirio di Marco non si hanno accenni nei Padri.
Tuttavia nella storia degli avvenimenti personali è detto che Marco fu martirizzato sotto Traiano. Tillemont non ha dubbi a questo riguardo; il silenzio di Eusebio e di S. Girolamo non può prevalere sulla testimonianza degli Atti di Marco confermata dalla Chiesa greca, dalla Cronaca di Alessandria ed orientale, da Eustachio testimone della tradizione della Chiesa egiziana.
Il Concilio di Roma, tenuto da Gelasio, assicura su tale martirio e Palladio (Storia Lausiaca) attesta che veniva la gente da molto lontano a pregare sulla tomba del martire.
All’inizio del V° secolo, dunque, non si hanno dubbi sul fatto che Marco sia morto Martire.
Negli Atti di Marco, pubblicati dai Bollandisti, al 25 Aprile sono narrati i particolari del martirio di Marco, ucciso nel villaggio di Bucali, luogo pieno di rocce e precipizi, a breve distanza da Alessandria. E proprio da Alessandria alcuni mercanti veneziani portano le sue reliquie a Venezia nel 1828; da questo momento Marco fu il patrono di Venezia.
Noi siamo chiamati ad andare oltre a tutte queste ipotesi che da una parte insinuano incertezze, ma dall’altra indicano l’interesse di tutta la Chiesa sull’importanza della figura di Marco nella storia della salvezza.
Una cosa è certa: Marco, seguendo gli Apostoli, è diventato testimone oculare del miracolo del cambiamento del cuore umano, del cambiamento del modo di vivere i rapporti umani nella Carità e nell’Amore, provocato dall’avvento di Gesù e dal suo mistero di passione, morte e resurrezione.
Dobbiamo essere grati al Signore che lo ha scelto perché, attraverso anche la sua vita, noi abbiamo potuto incontrare il Signore nella sua Chiesa Santa. Oggi tocca a noi rendere presente Gesù rendendo presente la Chiesa, luogo attraverso il quale ogni uomo possa avere l’opportunità di incontrare la fedeltà dell’Amore del Padre, la sua Misericordia, la stima che Egli ha per i suoi figli.
Don Angelo
