ORATORIO 1997: Un’industria in piena attività

(Riflessione di Leonardo Curioni)

pubblicato su Un popolo in cammino – luglio 1997

Come di consueto, anche quest’anno Don Angelo è riuscito ad “incastrare” una decina di responsabili barra educatori e ha dato il via al fantascientifico e paradossale oratorio feriale.

Miriadi di bambini accompagnati dai suddetti educatori si sono dati appuntamento il 16 giugno e hanno aperto le danze.

L’oratorio 1997 e così strutturato: mattino-compiti, pomeriggio-attività educative.

Al mattino una cinquantina di bambini svolgono i propri compiti aiutati dalle abissali menti dei responsabili; poi tutti si recano dal panettiere per acquistare pizza o focaccia (chissà quanti soldi stava facendo il signor Mastorgio).

L’oratorio al mattino chiude a mezzogiorno.

I cancelli riaprono all’una e trenta, orario che coincide con il momento di accoglienza. Tutti i bambini “timbrano“ il cartellino e si improvvisano operai di una grande fabbrica (gli impiegati della Fiat al contrario sembrano dei dilettanti!).

Alle 14:30 una campanella invita i bambini al momento di preghiera, che si tiene abitualmente in Chiesa. Questi incontri tenuti da Don Angelo, dalla suora e dai responsabili sono brevi e semplici ma ricchi di significato, senza entrare nel concettismo astruso ed ampolloso che questo argomento può integrare. I pensieri e gli aforismi elargiti quotidianamente dal Don aiutano il ragazzo a comprendere meglio i mali ed i problemi che affliggono il mondo, ma soprattutto lo aiutano a comprendere i veri valori della religione cattolica.

Dopo la preghiera ci sono le attività, che ricoprono una funzione particolarmente importante e costruttiva nell’educazione del bambino.

Le attività disponibili quest’anno sono molteplici e divertentissime: abbiamo un gruppo di teatro che si sta impegnando esponenzialmente per preparare uno spettacolo meraviglioso sui promessi sposi (N.B. siete tutti invitati il 7 luglio alla rappresentazione!), diretto dal simpaticissimo obiettore di coscienza Alberto. Siamo forniti anche di un laboratorio che ha il compito di insegnare i ragazzi l’uso artistico delle cernita (una specie di plastilina per uso artistico); ma gli assi nella nostra manica sono: l’educazione all’immagine (disegno), i lavoretti con il sale colorato e le lezioni di danza moderna-balletto. I bambini sono molto entusiasti di tutto questo e devo dire che si impegnano molto. D’altro canto i ragazzi sono coinvolti direttamente nell’apprendimento di un lavoro manuale o motorio che serve per conoscere meglio altre persone e per instaurare rapporti di amicizia costruiti su valori interiori profondi e non su pregi esteriori.

Ma parliamo ora dei giochi, forse l’attività più interessante dal punto di vista educativo. Infatti sfruttando la capacità di divertimento di ciascun bambino, si possono creare situazioni e momenti in cui tutti i ragazzi si vedono uniti per raggiungere una meta. Così la capacità di socializzare del ragazzo aumenta esponenzialmente e per questo motivo i gruppetti che si possono formare all’interno dell’oratorio si demoliscono e raggiungono l’unità.

Palla guerra, bandiera, castellone e bombarda sono solo alcuni esempi di giochi che quotidianamente coinvolgono i ragazzi. Accanto a questi “classici“, ci sono i tornei di calcio, di biglie e di pallavolo che occupano una parte importante dell’oratorio.

La cosa più bella a cui ho potuto assistere è stata durante un gioco: ho visto la suora che incitava allegramente i bambini a fare il tifo. Forza ragazzi, continuate così!

Leonardo Curioni

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