Oratorio

Carissimi, sono grato al Signore, sempre, ma soprattutto ogni volta che mi offre la possibilità di incontrare e di vivere con ognuno di voi.

Ho detto di vivere: la vita è cammino, la vita è un dialogo attraverso il quale ci è data la possibilità di comprendere sempre di più, di capire, di possedere sempre maggiormente noi stessi e perciò di comprendere coloro che ci è donato di incontrare.

C’è una tristezza in ogni incontro, quando è solo chiusura ermetica, rifiuto di comunicare, incapacità di comunicare dubbi e scoperte per un arricchimento reciproco. E’ un atteggiamento dettato da un immobilismo, da un non desiderio di amare e perciò dalla mancanza di sete di conoscere per amare più profondamente, per comunicare con maggior consapevolezza la vita concreta dei nostri fratelli e delle nostre sorelle.

Al fondo è un sentirsi “sufficienti” che è la povertà più grande. Quanto desidero e perciò prego che ognuno di noi senta il bisogno di amare e perciò senta il desiderio di conoscere! Prego perché ognuno di noi abbia quella povertà che è l’umiltà di chi sa di non sapere, di chi sente che l’altro, Cristo nella comunione fraterna, è la risposta al proprio bisogno di amare.

Prego perché ognuno sia grato al Signore per il dono che gli è fatto della vita dei propri fratelli e delle proprie sorelle perché si sono donate come risposta alla sete di amare e di conoscenza, della bellezza della vita, della grandezza della vita. Occorre perciò, non perdere neppure una goccia del tempo che ci è donato perché è possibilità di vivere nella comunione fraterna il tempo come eternità, nella nostra piccolezza, l’immensità del suo amore.

Per questo sono contento che la sottolineatura dettata a tutta la diocesi per grandi e piccoli sia: “riconciliazione” dono di Dio sorgente di vita nuova.

Riconciliazione: riconoscere che Dio Padre in Gesù non rinuncia ad essere Padre che abbraccia, che non ha paura anche dei nostri errori.

Dono di Dio: solo lui, in Cristo, nella Chiesa è capace di questa grandezza di amore, di non aspettarsi nulla da noi, di amarci, semplicemente di amarci per ri-donarci continuamente la dignità di figli che spesso dimentichiamo. 

Sorgente di vita nuova: solo chi umilmente riconosce di essere ferito dal proprio orgoglio, di essere incapace di amare, rinasce a vita rinnovata.

Carissimi, per questo cammino desidero incontrarmi con voi perché la vita non sia un’acqua cheta che lentamente imputridisce, ma un mare agitato dal suo spirito che anima ognuno di voi perché ogni istante sia vita che si rinnova e va verso l’infinito amore di Dio-papà. 

Con affetto Don Angelo 

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