Pubblicato su Un popolo in cammino -novembre 1995
Se è vero che “le farfalle sono le anime dei bambini morti, destinate a rallegrare i bambini vivi” come dice un proverbio africano, oggi la terra dovrebbe essere avvolta da un nuvolo di farfalle, perché continua ad allargare quell’immenso cimitero di innocenti inaugurato molto più di 10.000 anni fa da Abele e nella cui tomba confluiscono, come in un sacrario di dolore, milioni di vittime senza colpa.
Essendo le valvole più deboli dei sistemi violenti della storia, esse sono le prime ad essere sacrificate alla logica della prepotenza.
Ai morti “abituali” provocati dalla fame e dalle malattie ( 40.000 al giorno), vanno aggiunte quelle sempre più numerose provocate dalle guerre che sconvolgono il nord e il sud, l’oriente e l’occidente come cicloni che travolgono in olocausti senza precedenti.
“Piccolo Gesù in fiore”
Come Sant’Ambrogio chiamava i bambini.
“Non si tratta di una tragedia annunciata o di un fatto che sta per accadere (l’ha detto un esponente della Organizzazione Internazionale), ma di qualcosa che accade oggi e accadrà domani perché vi è coinvolta gente povera e senza potere che non riuscirà mai a conquistare i primi posti”.
In Bosnia- Ci sono migliaia di piccoli sopravvissuti che, dopo mesi e mesi sono passati sotto le bombe (in media 3 ogni cittadino), rischiava la follia o il suicidio, stressati dalla ripetitività dei giochi, dalla impossibilità di uscire da casa, dal panico ininterrotto, dalla tristezza che ha trasformato perfino i loro tratti somatici, diventati adulti in una notte.
Come ci sono anche, fa pena dirlo, 16.000 piccole bare, 1.600 delle quali sono a Sarajevo, sotterrate senza fiori, 40.000 mutilatini dilaniati dalle mine-giocattolo a forma di trottola, di farfalla o di automobiline colorate. Si dice continuamente, e tutti lo riconoscono, che non c’è generazione migliore di quella che sopravvive ad un’altra. E’ consolante e suscita una continua conversione al bene.
Ma perché, allora, Rwandese Tuyshimile (un nome stupendo che significa “il Signore Sia ringraziato”), abituato a correre sulla collina di KiKujiro, è stato ferito mentre fuggiva da una sparatoria che gli ha portato via una gamba ed il femore? (E’ un bambino che i ragazzi e le ragazze delle nostre classi di catechismo hanno soccorso con i loro piccoli sacrifici).
Perché si uccidono con il gas i bambini curdi? Perché si insegna ai bambini israeliani e palestinesi che i loro genitori si odieranno per sempre? Perché si tiene ancora in piedi un embargo che ha provocato la morte di centomila bambini all’anno solo in Iraq? Perché migliaia di bambini del Mozambico sono stati fatti crescere rapidamente, hanno dovuto saltare le trincee degli anni, dei sogni, dei desideri e sono stati mandati al macello con la convinzione che il “sacchetto magico” appeso al collo li avrebbe resi invulnerabili?
Se è vero che il mondo è quel Villaggio Globale di cui tanto si parla, dovremmo conoscere (e soprattutto eliminare) la tragedia di 1500 piccoli profughi dal campo di Munigi nello Zaire e negli altri 5 milioni (cinque milioni) di quei paesi in cui sono in atto le cosiddette “guerre dimenticate ” accoccolati sul fango o stesi a terra come gigli fulminati, con gli occhi grandi e pieni di paura che hanno visto quello che non avrebbero mai voluto o dovuto vedere: corpi straziati a colpi di machete, uomini e donne e fanciulli della loro età fatti a pezzi da mani amiche. Bambini senza sorriso per i quali non è naturale giocare, non naturale il sorriso, la corsa e le grida che abitualmente ringiovaniscono i villaggi africani.
Non si possono dimenticare anche le migliaia di bambini libanesi (circa il 62% ) che dopo anni di guerra hanno difficoltà di linguaggio, stentano a dormire o sono depressi come i 12 milioni rimasti senza casa qua e là per il mondo.
Non possiamo dimenticare i sudamericani venduti “a pezzi “: un rene 35 mila dollari, un cuore o un fegato 80.000 dollari.
Ci sono, poi, i bambini delle “nostre guerre del Benessere “, buttati nei cassonetti della spazzatura, senza quel minimo di pietà che nei secoli “bui” aveva fatto inventare la ” ruota degli esposti ” (bambini appena nati che si mettono nella ruota delle suore di clausura). Bambini senza diritti, eliminati nella indifferenza della nostra faraonica civiltà, che si esalta nelle sue conquiste, nelle sue ricchezze, in ciò che possiede come sicurezza del suo futuro, ma che è diventata sorda al fianco degli innocenti.
Don Angelo
