Eminenza e Padre Reverendissimo mi trovo presso il monastero Trappiste di Vitorchiano circondato da premure e cure anche mediche per riprendere.
Il primo desiderio è quello di ringraziare il Signore di avermi fatto toccare con mano la Sua Paternità e la sua guida attraverso chi ha posto al mio fianco come padre e pastore nella sua persona.
Ciò che chiedo al Signore è di continuare ad essere segno della Sua presenza nei luoghi in cui mi ha voluto: la parrocchia, la scuola e il mondo del lavoro fino a quando vorrà usarmi come strumento. E’ stato fedele e ha permesso che molti seguissero il Signore nel mistero della Sua morte e resurrezione nella certezza che il dono della loro vita, nella obbedienza alla Chiesa è il solo bisogno del mondo.
Per questo sento che la mia vita è trasformata in una festa continua, il Dies Domini, pur nell’accettazione del dolore, della Croce, che ogni giorno mi chiede nella Sua sequela. Ma altro motivo di ringraziamento è l’esperienza che il Signore mi ha donata di scoprire che proprio nel momento della mia inutilità apparente Lui ha risvegliato nel cuore di molti fratelli nella fede e nei lontani la speranza che è possibile un cammino di fedeltà alla Chiesa. Questo perché fa apparire più chiaramente la potenza rinnovatrice di Gesù e del Suo Spirito che ha donato alla Sua Chiesa.
Rinnovo al Signore e alla Chiesa attraverso lei la mia obbedienza e chiedo la sua preghiera perché mi mantenga nella fedeltà e nella umiltà della sequela. In ginocchio, bacio dell’anello chiedo la sua paterna Benedizione.
Don Angelo