(Realizzazione pittorica, studi per la ricomposizione delle parti ammalorate e mancanti dell’originale: Gianfranco Battistella; testo e ricerche storiche: Anselmo Carabelli; preparazione del pannello e posa in opera; Antonio Lo Fiego; committente “Associazione figli di Don Angelo” .
Autorizzazione alla posa in opera rilasciata dal Comune di Jerago con Orago al Rag. Enrico Caruggi)
L’ associazione “ figli di Don Angelo”, consegna alla comunità un affresco raffigurante Maria Regina in trono col Bambino Gesù, che viene intitolato “Salve Regina”. E’ stato benedetto da Don Remo Ciapparella il giorno 5-12-2010, nel quadro delle manifestazioni previste per il quarto anniversario del Dies Natalis di Don Angelo Cassani
L’affresco, che si può ammirare in via Dante al civico n. 8, è opera insigne del pittore jeraghese Gianfranco Battistella, riproduce l’immagine sacra, osservabile ancora nel Molino Isimbardi, al confine tra Jerago-Orago e Solbiate, più noto come Molinello. L’affresco, probabilmente cinquecentesco, fu individuato e segnalato da Carlo Mastorgio come l’immagine mariana alla quale gli jeraghesi si affidavano quando portavano il grano o il melgone per la molitura. Infatti si trova in un edificio sito presso l’incrocio della antica via helvetica (provinciale) con la antica via novaria (via Dante ), in una zona di viabilità rilevabile già sull’antico catasto Teresiano.
Viene dedicato al ricordo di Don Angelo unito a quello di Carlo Mastorgio per un significativo accostamento. Don Angelo animato dal suo grande amore a Cristo ed alla Chiesa fu sempre attento a difendere i luoghi e i simboli che richiamano a noi cristiani le radici antiche della nostra fede. Queste attenzioni furono occasione di incontro con Carlo Mastorgio, jeraghese di nascita, ma arsaghese per origini paterne e per residenza. Carlo fu il ricercatore più attento e documentato della nostra storia antica, assai quotato come studioso, nonchè Sovraintendente archeologico onorario e Conservatore del Museo di Arsago. A lui si deve l’indicazione della romanicità del nostro campanile X sec. e della prima chiesa della nostra comunità del VII-VIII sec. Gli avvenimenti vollero che proprio nel momento in cui gli scavi accidentali, nella chiesa antica di San Giorgio, in restauro, si imbatterono in quelli che saranno poi riconosciuti le vestigia della primitiva chiesa, Carlo non potesse presenziare allo scavo archeologico, perchè da pochi giorni, si era all’inizio di settembre del 1997, gli era stata diagnosticata quella malattia che in soli tre mesi lo avrebbe portato allo morte avvenuta il 19-12-1997. Da quel giorno, avuto notizia di ciò, don Angelo fu molto vicino a Carlo, con estrema delicatezza ed assiduità, così come faceva con tutti i sofferenti. E dall’omelia che don Angelo pronunciò in Basilica san Vittore nel giorno del funerale di Carlo, sappiamo che in un una di quelle visite Carlo confidò al don di sentirsi : “.. nell’Orto degli Ulivi”. Ecco anche questo ricordo ci pare importante e doveroso affidare a questa sacra immagine.