
Andrea, fratello di Simon Pietro, fu, secondo il Vangelo di Giovanni, uno dei primi discepoli che seguirono Gesù. Faceva parte del gruppo dei discepoli di Giovanni Battista e si unì a Gesù dopo essersi convinto di avere trovato in Lui il Messia. Successivamente condusse a Gesù anche il fratello Simone. Subito dopo il battesimo di Gesù nel Giordano, Giovanni rende testimonianza di ciò che ha visto:
Gv 32 – Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di Lui. Io non conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: l’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.
Ed io ho visto e reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio.
Da notare l’umiltà con la quale Giovanni Battista presenta ai suoi discepoli lo straordinario incontro fatto. Sapeva che, poi, i suoi discepoli lo avrebbero, forse, lasciato per seguire il Messia!
Infatti:
- 35-42 “Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli e, fissando lo sguardo su Gesù che passava disse: -ecco l’agnello di Dio”, e i due discepoli sentendolo parlare così seguirono Gesù.
…… uno dei due era Andrea, fratello di Simon Pietro. Egli incontrò per primo Simone e gli disse: “abbiamo trovato il Messia”, e lo condusse da Gesù.
La seconda osservazione che ci facciamo è:
Andrea non tiene gelosamente per se stesso l’incontro fatto, ma lo comunica immediatamente a Simone. Desidera che la gioia che ha inondato il suo cuore sia partecipata anche al fratello. Se la gioia di un incontro fatto con Gesù è vera, il desiderio che immediatamente scatta è quello di comunicare la gioia. Questo ci può svelare la verità con cui abbiamo incontrato il Signore, o se questo incontro ci ha lasciati ancora chiusi nel nostro egoismo o nel nostro individualismo.
Secondo il racconto del Vangelo di Marco, Gesù stesso chiamò le due coppie di fratelli: Simone e Andrea, Giacomo e Giovanni. Li incontra mentre erano impegnati a pescare insieme nel lago di Galilea (Mc. 1,16-20).
Inoltre Andrea fa parte del gruppo degli intimi di Gesù. Gli scritti apocrifi, posteriori al nuovo testamento, molte notizie sulla vita del santo successivamente alla morte e risurrezione di Gesù, sono storicamente molto dubbie.
Le regioni nelle quali egli esercitò la sua attività missionaria devono essere state le regioni microasiatiche a sud del Mar Nero e anche la Tracia e la Grecia.
Sembra sicuro che morì crocifisso a Patrasso, in Acaia nel 60 e, secondo una tradizione successiva, su una croce con i bracci disposti diagonalmente che verrà, poi, chiamata “Croce di Sant’ Andrea”.
Alcune osservazioni:
Andrea, dopo aver seguito Gesù che si portava in ogni regione per annunciare il Regno di Dio, lo indica nel suo desiderio di far riscoprire ad ogni uomo la bellezza e grandezza di essere “Figlio di Dio”.
Non possiamo, qui, non ricordare l’anelito missionario dei nostri ultimi pastori ed in particolare Giovanni Paolo II.
Inoltre lo segue fino al martirio, sulla croce, amando e perdonando.
Questa è un’altra provocazione alla nostra vita perché non sia pigra o contenta delle amicizie intessute fini a questo momento.
Le reliquie di sant’Andrea, conservate nel IV secolo a Costantinopoli, furono trafugate e trasportate ad Amalfi nel 1208. La testa giunse a Roma nel 1462 sotto Pio II.
Con gesto di riconciliazione, essa venne restituita alla Chiesa Greco-Ortodossa nel 1964 e riportata a Patrasso.
Voglia il Signore che lo seguiamo docilmente come i Santi ed in particolare come S. Andrea perché ognuno di noi è chiamato alla santità.
Don Angelo