
26 Dicembre
Il nome significa “corona”.
Gli apostoli per essere più liberi nella loro predicazione, elessero sette diaconi perché si occupassero dell’assistenza. Tra questi Santo Stefano, ricco di grazia e di poteri taumaturgici straordinari. Portato da false accuse in sinedrio, Stefano non si fece riguardo, nel testimoniare la sua fede, di duramente rimproverare la cecità degli accusatori, ostinati a lottare contro la verità del Signore. Alla fine, condannato alla lapidazione, questo primo martire muore perdonando ai suoi carnefici e mirando al cielo aperto, dove già vedeva il Figlio dell’uomo alla destra di Dio Padre.
Al suo martirio, lo riferiscono gli Atti (7,58), assistette Saulo, il futuro S. Paolo.
L’iconografia del Santo, apostolo della carità, è quanto mai ricca in ogni epoca e numerosissime sono le chiese, in ogni parte della terra, a lui dedicate.
Viene evocato per le emicranie, il mal della pietra e per la buona morte. E’ protettore degli scalpellini, tagliapietre e selciatori.
“la carità che fece scendere dal cielo sulla terra Cristo, ha elevato Stefano dalla terra al cielo. La carità fu prima nel Re, rifulse poi di conseguenza nel soldato. Stefano dunque, per meritare di ricevere la corona del suo nome, aveva per armi la carità e con la stessa vinceva dunque. Sostenuto dalla forza della carità, vinse Saulo che infieriva crudelmente, e meritò di avere come compagno in cielo colui che ebbe come persecutore in terra.” (S. Fulgenzio di Ruspe Vescovo)