
“Non vi lascerò soli, vi manderò lo Spirito Santo che vi insegnerà ogni cosa. Prenderà del mio perché ciò che sono io impariate ad essere anche voi”.
Lo Spirito Santo ci è dato da Gesù anche con il sacrificio di un distacco: “E’ bene che me ne vada… perché solo così riceverete lo Spirito”.
E lo Spirito di Gesù è quello che leggiamo nel Vangelo di Giovanni, al cap. 17: “Padre, siano una cosa sola con me, perché il mondo sappia il motivo per il quale hai voluto che vivessi con loro”.
E’ questo, il cuore, lo spirito di Gesù: radunare i figli dispersi riconoscendosi amati, voluti, stimati da suo Padre. Stimati a tal punto da chiedergli di morire nel disprezzo e nel rifiuto per dire loro: “ Vi voglio bene ugualmente”. Lo Spirito Santo ci è donato perché “prende dalla testimonianza di Gesù per farci comprendere la nostra vita, la nostra dignità, perché nella pazienza abbiamo a comprendere che Gesù è il “vero uomo”, è il “vero noi”.
Spesso siamo accecati, non comprendiamo, rifiutiamo. Ma Dio è paziente e lo Spirito in noi, dice San Paolo, grida continuamente “Abbà”, “Padre”. Cioè, ci ripete continuamente: “Tu sei figlio amato e stimato” anche quando non comprendi e non vuoi comprendere.
Dobbiamo invocare spesso lo Spirito Santo, perché, come ha agito in Maria rendendola piena di Gesù, renda anche noi tabernacoli che lo racchiudono e lo donano.
Don Angelo
