
Pubblicato su Un popolo in cammino – giugno 1989
2 Giugno 1989: Sacratissimo cuore di Gesù
Rallegriamoci tutti nel Signore,
celebrando la memoria
del Cuore Sacratissimo di Gesù,
nel quale è racchiuso ogni tesoro
della sapienza e dell’amore di Dio.
Il cuore significa la vita. La vita di Gesù è una esistenza “Donata” “Consegnata” nelle nostre mani. Ce l’ha consegnata perché noi ne scoprissimo l’amore con cui ci ha circondati, perché ciascuno di noi ne seguisse l’esempio.
Pregare il cuore di Gesù vuol dire desiderare che la nostra vita sia trasparenza del suo amore.
Il Signore Gesù ci ha portati, si è consegnato! Noi spesso, per egoismo, ci rifiutiamo di “portare” i nostri fratelli nella vita, di accogliere i loro limiti perché provocano in noi dolore, croce, ma questo rifiuto ci impedisce di realizzarci nell’Amore.
Perché mai, o fratelli, siamo poco solleciti nel cercare le occasioni di salvezza vicendevole e non ci prestiamo mutuo soccorso dove lo vediamo maggiormente necessario, portando fraternamente il peso gli uni degli altri?
Volendoci ricordare questo, l’apostolo Paolo dice: “Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo” (Gal. 6,2). Ed altrove: “Sopportatevi a vicenda con Amore” (Ef. 4,2). Questa è senza dubbio la legge di Cristo.
Ciò che un mio fratello, per qualsiasi motivo, o per necessità, o per infermità del corpo o per leggerezza di costumi, non riesce a correggere, perché non lo sopporto con pazienza? Perché non lo curo amorevolmente come sta scritto: “I loro piccoli saranno portati in braccio ed accarezzati sulle ginocchia”? (Is. 66,12) Forse perché ci manca questa carità che tutto soffre, che è paziente nel sopportare e benigna nell’amare secondo la legge di Cristo! (I Cor. 13). Figli, Gesù, con la sua passione si è caricato dei nostri dolori (Is. 53,4) amando coloro che ha portato e coloro che ha amato.
Usiamoci, perciò, comprensione e pratichiamo la fraternità, combattendo la debolezza. La condotta più accetta a Dio è quella che, pur varia nelle forme e nello stile, segue con grande sincerità l’Amore di Dio e, per lui, l’Amore del prossimo. La carità è l’unico criterio secondo cui tutto deve essere fatto o non fatto, cambiato o non cambiato. E’ il principio che deve dirigere ogni azione ed il fine a cui tutto deve tendere.
Ispirati dalla Carità, dall’Amore, nulla è disdicevole e tutto è buono.
Si degni di concederla, questa Carità, colui senza il quale non possiamo fare nulla: Gesù.
Don Angelo
