ORATORIO – “Coraggio! Sono io”

Fonte immagine: comboni2000.org

Pubblicato su Un popolo in cammino -ottobre 1994

Il tema che ci accompagnerà quest’anno, dettato dal nostro cardinale arcivescovo Carlo Maria Martini è: “coraggio! Sono io“.

“Giunta la notte, mentre la barca era in mezzo al mare, egli era solo a terra. Ma poi, avendo visto che essi erano stanchi di remare poiché il vento era loro contrario, verso la quarta vigilia venne verso di loro camminando sul mare. Avrebbe voluto sorprenderli, ma quelli, avendolo visto camminare sul mare, credettero che fosse un fantasma e si misero a gridare. Lo avevano visto tutti, infatti, e si erano spaventati. Ma egli rivolse ad essi subito la parola e disse loro: – coraggio sono io; non abbiate paura!-“. 

Questa pagina del Vangelo di Marco ci dà forza perché ci fa accorgere di essere in buona compagnia. Ma che cosa fa il Signore? Un prodigio complesso, una catena di miracoli. 

C’è stata prima la moltiplicazione dei pani, poi Gesù ha congedato la folla: “ adesso andatevene tutti a casa“. La gente se ne è andata. Gli apostoli hanno presa la barca per raggiungere la riva opposta del lago di Genezaret. Lui è salito sulla montagna a pregare. Capite, come Gesù fosse scavato dal bisogno di pregare, di congiungersi con il Padre e con lo Spirito Santo. Poi eccolo un po’ preoccupato per gli apostoli che, attraversando il lago, incrociano una tempesta. Un vento furioso gonfia le vele, le strappa. La barca comincia a prendere acqua. Gesù raggiunge i suoi e fa finta di oltrepassarli. Tutti gridano: “è un fantasma!“ Gesù, però, si rivolge loro e dice: “coraggio! Non temete. Sono io“.

 Intanto coraggio!

È una parola che noi oggi dobbiamo sentirci ripetere assolutamente. C’è molta gente che ha sgonfiate tutte le ruote e non ha neppure la ruota di ricambio. C’è molta gente che si sente avvilita, si sente disfatta dei problemi della vita. Il Signore viene a dire a tutti quanti noi: “coraggio!“ Poi ancora: “non temete! Sono io“. Non dovete fare in modo che la potenza delle onde vi schiacci. Credete o non credete? Allora? Sono io.

Credete o non credete che io sono l’Emmanuele, il Dio con voi? Il Dio, cioè, che è sceso sulla terra ed ha preso la stessa esperienza vostra per potervi guidare a traguardi straordinari? Oppure ritenete che la vostra vita debba essere destinata alla sconfitta?

Coraggio! Sono io.

Queste parole ce le dobbiamo sentire ripetere costantemente. E per potercele sentire ripetere, anche noi, qualche volta, dobbiamo lasciare la folla e andare sulla montagna a pregare. Soli. Qualche volta venire in Chiesa per mettersi in rapporto diretto con Gesù. Pregare, lasciarsi ammorbidire il cuore dalla tenerezza della sua parola. Cioè mettersi sotto la sua luce. Una preghiera che sia fatta soprattutto di abbandono, di invenzione personale e non di formule, non di ripetizioni. Quanto spazio dedichiamo alla preghiera? C’è questo rapporto straordinario con lui ogni giorno? O Gesù è un fantasma? Il signore ci aiuti a ritrovare l’autenticità di questo rapporto con lui. Allora la nostra carità sarà una: “ Caritas sine modo” È un latino semplice che vuol dire: amore senza limite. Anzi, per essere più fedeli alle parole, bisognerebbe tradurre così: amore senza moderazione. Amore smodato, sregolato. Amore senza freni, senza misura, senza ritegno. Volesse il cielo che ogni volta che uscite dalla chiesa non vi sentiate affidare da Gesù nessun’altra consegna che questa: “Caritas sine modo“. Amore senza misura. Un amore disposto, cioè, a giocare in perdita per il bene del prossimo. Felice di pagare prezzi da capogiro pur di salvare una sola vita umana. Capaci di raggiungere perfino il più indisponente nemico. Decisi a scavalcare le lusinghe della violenza anche quando c’è da recuperare un sacrosanto diritto. Guardiamoci, perciò, dai frazionamenti interni o dai pericoli di polarizzarsi attorno a questa o a quella persona piuttosto che attorno a Cristo! Sono consapevole che le difficoltà all’interno dei nostri cuori sono molte da superare, che le resistenze da vincere, le chiarezze che feriscono il nostro orgoglio sono molte. Ma: “coraggio! Sono io non abbiate paura!”.

 

Con stima ed affetto Don Angelo.

Lascia un commento