LA MISSIONE…. LE MISSIONI

Pubblicato su Un popolo in cammino – ottobre 1987

Mi sono recato all’istituto Papa Giovanni XXIII a trovare i nostri vecchietti ricoverati.

Erano assistiti da una suora che prestava le sue attenzioni.

Chi era seduto lungo il corridoio (una sedia accanto all’altra) chi era nei dormitori perché impossibilitato a camminare.

Tutti erano in silenzio. Ma certo non taceva l’intelligenza e il cuore!

Una intelligenza matura ormai abituata a distinguere ciò che vale nella vita, ciò che permane sempre, in ogni situazione, in ogni condizione fino a arrivare a non essere distrutto per tutta l’eternità e ciò che oggi ha un valore ma che può scomparire da un momento all’altro. Si, perché l’intelligenza è matura solo quando sa distinguere ciò che vale e ciò che non vale e si mobilita per questa essenzialità e ciò che vale lo hanno dimostrato con il loro atteggiamento: era ed è qualcosa che in quel momento mancava loro.

E’ l’essere volute, è l’essere amate. 

Appena arrivato è stato lo stupore, l’abbraccio, il desiderio di una compagnia che poteva durare nel tempo, direi nell’eternità.

Ciò che mancava loro è l’amore, l’affetto…. Ciò che mancava loro non era il cibo, i soldi, la casa, il letto, il riscaldamento, le comodità! Mancava loro Dio, mancava loro l’essere accolte anche nella loro improduttività economica o, comunque, di servizio.

Prestavano a chi li visitava il servizio più grande che spesso noi dimentichiamo di dare: ricordare che vale la pena vivere per essere amati e per amare, che vale la pena vivere per Dio che è amore.

Allora come vivere la missione? A chi è rivolto l’invito di Gesù: “andate e predicate a tutte le genti Battezzandole nel nome del Padre del Figlio e dello Spirito Santo “?

Si vive la missione lasciandoci ferire dalla capacità di amare Cristo che arriva a pregare il Padre per coloro che lo crocifiggono. Si vive la missione lasciandoci ferire da coloro da cui il Signore ci ha circondati e che hanno bisogno di sentirsi amati e accolti, di riprendere a sperare che ciò che hanno desiderato e desiderano non è un miraggio irraggiungibile, ma una presenza tangibile e visibile che arriva ad essere fedele alla loro vita fino al sacrificio di sé. La vivi tu, mamma, con i tuoi figli, la vivi tu, marito o moglie con tuo marito e moglie, la vivi con tutti coloro che incontri. A te, dunque, è rivolto l’invito di Gesù.

Dove sono allora le missioni? Dove si porta il pane? Dove si porta la nostra cultura occidentale? Dove si porta il nostro perbenismo spesso farisaico? Dove si porta la sufficienza economica? No, certo!

La missione è là dove sei tu che ami fino alla fine come Cristo e dove ami l’uomo con il suo bisogno di amore che arriva se può a rispondere anche ai suoi bisogni.

 

don Angelo

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