Un dizionario di lingua italiana definisce coerente chi è sempre uguale e non si disdice o
contraddice né con i fatti né con le parole; definisce la coerenza costanza di idee e di propo
siti.
E’certo molto facile dirsi “quanta incoerenza c’è oggi nella società, nella politica!” oppu
re “guarda com’è incoerente quella persona!”. E’ un po’ più difficile quando dobbiamo ammettere che noi stessi siamo incoerenti. Il motivo? Semplice e lo diceva Gesù stesso di stare
molto attenti per non cercare la pagliuzza nell’occhio del vicino quando non vediamo la trave che c’è nel nostro. Altri direbbero “medico cura te stesso”.
A volte succede di essere molto in gamba nel consolare altri, nell’incoraggiare e poi noi stessi non siamo capaci di reagire a momenti di scoraggiamento e ci lasciamo “andare”.
Sono convinto che lo scoraggiamento sia la più grossa tentazione che esista perché ti svuota della tua volontà ed allora ti senti un fallito, uno che ha perso tempo e che ha vissuto una vita senza senso.
Perchè non siamo sufficientemente umili di accettarci con i nostri limiti e quindi di accettare
l’aiuto che un’altra persona, nel suo piccolo, può e desidera darci?
No, non ammettiamo la nostra debolezza. Ci sentiamo sicuri del nostro agire e, solo in
pochi momenti di serenità, ammettiamo di poter sbagliare o di aver sbagliato.
Se potessimo essere veramente coerenti con i principi che affermiamo!
Si parla di amore, solidarietà, condivisione e che so di quante altre belle cose e poi siamo i primi a “fregarcene” delle mille cose storte che succedono, perché “non tocca a me; ci sono i responsabili, che si arrangino; ecc”.
Purtroppo questo atteggiamento “irresponsabile” lo pratichiamo sia nel campo sociale che
religioso, senza preoccuparci minimante delle conseguenze negative che ci possano essere per
la comunità civile, parrocchiale e famigliare.
Questa riflessione non vuole essere di condanna per nessuno, ma una semplice constatazione per sentirci tanto poveri e quindi bisognosi dell’aiuto di Dio che nel suo amore ci vuole tutti salvi.
Per questo ritengo sia indispensabile una vita di fede vissuta che utilizza tutti i mezzi a nostra
disposizione per rafforzarci anche nella volontà di reagire al male.
La Preghiera, i Sacramenti, la Celebrazione Eucaristica non sono “cose” adatte a bambini
e donnette, ma per tutte le persone coscienti della propria debolezza.
E’un vero peccato, per esempio, vedere tanti giovani che partecipano alla S. Messa, che
sono impegnati all’Oratorio o in altre attività parrocchiali, non accostarsi ai Sacramenti del
la Riconciliazione e Comunione.
E’un privarsi della Grazia di Dio che ci aiuta a superare le difficoltà che tutti troviamo nel
l’essere cristiani, nell’essere coerenti cioè con la fede che diciamo di professare.
Padre Eugenio
