Testimoni di Cristo, Agnello immolato

Processione con l’Icona di Cristo (donataci dal patriarca di Riev o Ried)

 

In un testo che raccoglie le testimonianze dei cristiani in Russia si legge: (20-06-1976)

“Il destino dei cristiani non è mai stato né facile né semplice.

Esso ha scelto come proprio simbolo la Croce, segno delle prove che avrebbe incontrato. E così è stato: incarnando nel mondo la verità (che non è mai la verità di questo mondo) il cristianesimo non poteva evitare la persecuzione.

Sarebbe veramente ingenuo e infantile aspettarsi un’esistenza tranquilla”.

E Giovanni nel Vangelo dice: “se hanno perseguitato me perseguiteranno anche voi”

Nel XX secolo il cristianesimo ha sperimentato la più grande persecuzione della storia per la durata nel tempo, per il numero delle vittime, per la radicalità degli intenti.

L’ateismo leninista aveva ed ha pretese totalizzanti tutto: scuola, arte, economia, amministrazione, scienza doveva essere impegnata contro la religione.

Il Signore con i suoi martiri, la libertà e la dignità dell’uomo hanno infranto questo progetto mostruoso.

Il cristiano non può preferire un dialogo accomodante. Tutto ha dimostrato e sta dimostrando che il compromesso non paga.

Nella persecuzione non sono gli uomini i protagonisti, ma un avvenimento trinitario dove Dio è protagonista e i credenti perseguitati sono protagonisti con Lui della salvezza del mondo.

I cristiani perseguitati vivevano e vivono nella gioiosa consapevolezza che la loro croce si fondeva e si fonde con la Croce di Cristo.

Cristo continuava e continua in loro la redenzione del mondo e la sua vittoria nel male.

E’ l’affermazione forte della consanguineità con Cristo, della Comunione sei Santi.

In questa consanguineità con Cristo, in questa Comunione dei santi, coloro che in Ucraina hanno offerto la loro vita affermando la dignità dell’uomo nella sua libertà anche tutti noi abbiamo fruito della salvezza della nostra vita dal male, dall’equivoco, dal “andiamo d’accordo” rinunciando alla dignità dei figli liberi di Dio.

E’ così che il patriarca ucraino ha voluto offrire a noi l’Icona di Cristo scolpita nella loro pietra che siamo invitati a leggere come “scolpita nel loro cuore”.

E’ così che attraverso i nostri parrocchiani, i signori Bagarin, che hanno vissuto momenti di dolore in Comunione con il Signore hanno permesso che arrivasse nella nostra parrocchia perché non dimentichiamo mai che il sacrificio dei martiri Ucraini sono il sacrificio di Cristo che continua nel nostro tempo per la nostra salvezza.

 

Don Angelo



( Tratto da “Un Popolo in cammino aprile 2001)



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