10° ANNIVERSARIO DI CHERNOBYL

Pubblicato su Un popolo in cammino – aprile 1996

Carissimi, siamo soliti agire come Adamo ed Eva: dopo aver rifiutato la Bontà paterna di Dio, dopo aver preteso loro a dire a Lui ciò che è bene e ciò che è male, siamo pronti a dare la colpa delle nostre scelte ad altri. Adamo dice: “… è stata Eva”. Eva: “… è stato il serpente”.

Non siamo, spesso, adulti che si assumono la responsabilità positiva o negativa delle nostre scelte. Siamo bambini che giocano a rimpiattino con la vita.

Di fronte alla catastrofe e alle conseguenze umane di Chernobyl siamo pronti a dire che gli altri hanno agito male!

Ma chi può dire di essere scevro da egoismo, dallo sfruttare con interesse i doni ricevuti dalla creazione di Dio, dall’essere sempre insoddisfatti di ciò che si ha e dal pretendere sempre di più?

Al fondo ci fanno comodo i poveri che per un pezzo di pane sfruttiamo come sfruttiamo con ingordigia il creato per “avere di più”. Ognuno di noi è come se fosse in un vortice dal quale vorrebbe liberarsi, ma non si libera. Siamo tutti responsabili, se siamo reali e veri, di ciò che accade.

Ciò che accade di male non è colpa di Dio. Dio lo permette perché ci accorgiamo che le nostre scelte che facciamo ci portano alla distruzione, ci portano a deturpare il volto bellissimo dell’Uomo e della Donna uscito dalle sue mani da artista che non si ripete mai..

Quando ci accorgiamo delle esperienze negative delle nostre scelte possiamo

Arrabbiarci, accusare gli altri, disinteressarci perché non sono ricadute su di noi

Oppure capire, cambiare rotta, convertirci, rispettare l’opera provvidente del Creatore.

Voglia il Signore che siamo docili, che comprendiamo, che accogliamo la sofferenza che ci siamo provocata e che cambiamo!

Per questo accogliamo i bambini e le bambine di Chernobyl: sono la nostra carne sofferente per le nostre scelte dissennate e non rispettose della Grazia, del Dono della Sua creazione voluta per dirci che ci ama e perciò provvede alle nostre necessità.

Essere senza questo cuore pentito e grato per averci richiamati a cambiare atteggiamento, vuol dire mortificare con la presunzione di essere noi a risolvere i problemi.

E’ Dio che agisce facendoci accorgere con il Dono del Suo Spirito che siamo chiamati a convertirci per

Rispettare

Essere grati

E avere la gioia di Amare.

Don Angelo


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