Pubblicato su Un popolo in cammino – anno 1993
Normalmente si intende vocazione come «seguire la propria istintività». Certo, anche la istintività non può essere sottovalutata! Fa parte delle nostre caratteristiche di cui ci ha dotato Dio. Ma non è la sola . L’istintività deve essere guidata dall’intelligenza che è la capacità di collegare la vita al progetto globale di salvezza di Dio nei confronti della nostra umanità. Se Gesù, durante le tentazioni, avesse seguita l’istintività che tende ad affermare se stessi di fronte agli avvenimenti della vita, non avremmo conosciuta la «salvezza» cioè il nostro essere strappati dalla affermazione di noi stessi per mettere a disposizione la vita a favore della salvezza di ogni uomo. Istintivo è chi, per difendere se stesso rinuncia a collaborare con Dio nei confronti della Sua passione di comunicare la propria vita agli uomini: così si arriva all’aborto, così si arriva all’eutanasia. Possiamo dire che siamo noi a scegliere ciò che nella storia della nostra vita è «Bene è male», così siamo come Dio! Si, è vero, ma l’uomo e la donna si trovano nudi, cioè, senza significato vero della vita che è quello di esprimere la Sua passione alla vita anche a costo di perdere, apparentemente se stesso, ma senza perdere l’ anima, cioè senza perdere il vero senso della vita.
Questo vale per chi è chiamato al matrimonio: non è sfruttare l’altro per il proprio piacere, ma un rispetto delle funzioni che all’altro o all’altra è stato affidato a Dio. È faticoso assumerci responsabilità nei confronti degli altri, perché ci richiede la capacità di sacrificarci per loro.
Ma chi è chiamato al Sacerdozio o ad una consacrazione religiosa è chiamato a mettere a disposizione tutta la sua vita a favore della crescita umana e cristiana di tutti senza riserve! Per questo è il paradigma, il confronto, per ogni vocazione, anche della vocazione al matrimonio.
Come io dono tutto me stesso per voi, voi fate altrettanto gli uni verso gli altri!
«Non sono venuto per farmi servire, ma per servire». “siate gli uni i servi degli altri”.
Questo abbiamo da imparare! Ci sentiamo i padroni degli altri, sentiamo gli altri nostri servitori, ai nostri piedi. Questo non è di Cristo, questo è del mondo.
Vocazione! Mettere a disposizione la propria vita a favore degli altri fino all’annullamento di se stessi. Che ti serve «aver ragione» quando perdi la tua vita, cioè il motivo per cui Dio ha voluto che tu partecipassi al Suo gusto di Amare? Serve solo a sentirsi solo, inutile, ad attendere la morte fisica che già porti nel cuore.
AUGURI: sii Amore per avere la gioia della vita. È la gioia di Dio.
Don Angelo
