CHIESA SII TE STESSA! (Giovanni Paolo II)

Pubblicato su Un popolo in cammino – luglio 1987

Carissimi,

sono consapevole di chiedere molto, ma non posso che essere fedele nel compito di “far memoria”, cioè di presentare continuamente a ciascuno di noi la pienezza umana a cui siamo chiamati che è quella di Cristo. In questo ri inizio di cammino verso la Pasqua, verso la resurrezione la Chiesa tutta si incarica di ricordarcelo attraverso la liturgia. “Avete sentito che fu detto: amerai il prossimo tuo e odierai il tuo nemico; ma io vi dico: amate per i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori perché siate figli del vostro Padre celeste, che fa sorgere il sole sopra i malvagi e sopra i buoni, e fa piovere sopra i giusti e sopra gli ingiusti. Infatti se amate quelli che vi amano quale motivo ne avete? Non fanno così anche i pubblici peccatori? E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani?

Siate, dunque, voi, perfetti come perfetto è il Padre vostro celeste”. (Mt. 5,43-48)

Chiesa che vivi in Jerago sii tu questa presenza dell’Amore del Padre diventando capace di accogliere, di perdonare, di amare fino a donare la Sua vita perché come attraverso Cristo l’uomo possa riscoprire la meschinità in cui vive e riscopre la grandezza umana a cui è chiamata.

L’uomo, ogni uomo, ha bisogno di incontrare un corpo attraverso il quale possa ricomprendere se stesso, possa reiniziare a sperare di poter realizzare la propria vita come amore e non come ricerca di affermazione di sé, come ricerca dei propri interessi. Ma se Tu Chiesa non sei capace di accogliere, di amare, di donare te stessa, dove potrà l’uomo riscoprire la bellezza di Cristo, di una vita spesa per il bene degli altri? Se la mentalità del mondo invade la Tua vita, come potrà l’uomo incontrare un modo di vivere diverso così da accorgerci di avere imboccata una strada sbagliata che parla alla morte nel proprio egoismo, nel proprio egocentrismo e che bisogna prendere una strada diversa?

L’uomo lontano ha bisogno che Tu sia ciò che ti ha chiamata Cristo ad essere: la Sua presenza, la Sua misericordia, la Sua accoglienza. Non piegare allora le Tue ginocchia di fronte ai tuoi limiti, alle Tue incapacità, Cristo, come sposo che ama la Sua Sposa, la purifica amandola perché impari ad amare come Lui. Mettiamoci, allora, in cammino con la forza dello Spirito Santo che ci consola e ci rafforza e con la materna presenza di Maria, madre di tutta la Chiesa.

Vostro

Don Angelo

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