Dal settimanale “Gente”: LA CASA DI TUTTI

Su don Angelo, su ciò che egli rappresenta per il gruppo di CL che fa capo alla parrocchia di San Lorenzo Maggiore, abbiamo raccolto alcune testimonianze. Sono di persone che in questi giorni si alternano accanto al suo letto nell’ospedale, in una veglia affettuosa.

Romano, 35 anni, impiegato, sposato:

 “ Don Angelo ci ha trascinati tutti col suo esempio, ci ha insegnato che si può realizzare un’alternativa non violenta (basata esclusivamente sull’amore, sulla imitazione di Gesù)………….Siamo uniti nel senso che ci amiamo tra noi, solidarizziamo, ci aiutiamo e facciamo questo nell’ambito della Chiesa, proprio come insegna Gesù, nell’ultima cena del Vangelo di San Giovanni: “Ti prego per quelli che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come tu ed io siamo una  cosa sola”. Ecco perché diciamo “Comunione”. Quanto al concetto di “Liberazione”, io credo che esso deriva dal fatto che noi amiamo tutti quanti. Si, anche quelli che hanno colpito don Angelo (ed infatti è per loro che noi più preghiamo): e amarli vuol dire anzitutto volerli liberi. Liberi come ci ha voluti Cristo………


Franca, 28 anni, nubile, impiegata, sindacalista della CISL:

 “ Don Angelo rappresenta per noi la giustezza del nostro cammino nella Chiesa.….CL, infatti, non fa politica, non appoggia nessun partito politico, nemmeno la DC: è soltanto un modo nuovo, moderno, di vivere la fede cristiana, un ritorno alla verità del Vangelo e al suo insegnamento più grande: “Dall’amore che avrete gli uni verso gli altri capiranno che siete miei discepoli………”

Andrea, 22 anni, operaio:

 …….”Don Angelo, per noi, è tutto. È un uomo che non si limita a fare il pastore di anime, ma aiuta tutti anche concretamente. Ad esempio, grazie alle iniziative del Movimento Popolare, che nella nostra parrocchia fanno capo a lui, molti giovani sono stati avviati alla prima occupazione, molti disoccupati hanno trovato lavoro grazie alla formazione di cooperative. Come non potrebbe dar fastidio, tutto ciò, a chi specula soltanto sulle disgrazie della gente?”.

Luisa, 21 anni, studentessa:

 “Don Angelo è arrivato qui 3 anni fa e subito ha riunito un gruppo di ragazzi creando l’embrione di quella che doveva poi diventare la nostra opera più bella: il doposcuola del Ticinese. Partendo dai ragazzi, a poco a poco, ha coinvolto anche i loro genitori. Qui c’erano grossi problemi: ragazzi che, arrivati alla terza media, piantavano lì di studiare per disperazione, per l’ indigenza o il disinteresse delle famiglie. Don Angelo ha pensato a tutti, ha recuperato agli studi decine di ragazzi……”


MAMMA RINA

…… e don Angelo? Quali sono stati i momenti decisivi della sua vita? A queste domande risponde sua madre Rina Radice, una figura semplice di contadina lombarda, abita col figlio prete, della cui attività, però, dice di saper poco: “Me cunta mai nigòtt, non mi racconta mai niente. Come tutti i figli con le loro mamme”.

….. Poco prima di prendere la laurea ebbe un lungo deperimento organico. Così diventò prete più tardi degli altri. Fu anzi l’ultimo della diocesi ad essere consacrato prete dall’arcivescovo Montini.

Monsignor Montini gli voleva molto bene, conosceva la sua attività, una volta gli disse che lui doveva essere e sarebbe stato “il prete dei giovani”; e quando arrivò il momento dell’ordinazione lo chiamò e gli disse: “non ti sei ancora perfettamente ristabilito. Riposati e torna fra qualche mese”. Fu così che l’ordinazione la ricevette anziché a giugno, a settembre del 1962. Poi monsignor Montini diventò Paolo VI.

Ho visto nascere tutte le sue iniziative: il doposcuola, i pranzi settimanali con i lavoratori. Com’è mio figlio? E’ un prete, un prete con una fede grandissima. Gli piace cantare, giocare al pallone e a quel gioco americano… come si dice, si, il baseball, qua dietro in un cortile attiguo a piazza Vetra. Quando arrivò qui trovò due sacerdoti bravissimi: il parroco, don Carlo Del Corno, e una altro coadiutore che aveva vissuto trent’anni nel Bangladesh. E’ morto venti giorni fa. Non ha fatto in tempo a vedere cos’hanno fatto a mio figlio.

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