
Un giorno che con più fervore pregava con più fervore dinanzi al volto della Santissima Annunziata gli venne fatto di leggere una lapide commemorativa: un suo trisavolo, Luigi Gonzaga suo omonimo, uomo d’armi, fondatore del ramo di Castiglione, chiamato a Firenze come capitano delle milizie fiorentine, aveva donato alla Chiesa la somma ingente di duemila fiorini d’oro per la costruzione dell’abside.
Era un voto: Luigi lo capì benissimo, un voto fatto in un momento di disperazione, in qualche terribile battaglia. Luigi immaginò il suo trisavolo in atto di pregare: “Signore, se mi concedi la vittoria, ti prometto duemila fiorini d’oro per la Chiesa…”.
La vittoria doveva esserci stata ed il suo omonimo antenato aveva dato ciò che poteva dare: denaro.
“Io non ho denaro, non ho nemmeno più gli spiccioli da dare in elemosina. Che darò io? Che posso dare? Maria Vergine, a te che sei madre castissima offro qualcosa che ho e che anche tu hai mantenuto per tutta la vita: ti offro la mia purezza. Maria, io faccio voto a te di rimanere casto per tutta la vita”.
Sapeva che, agli occhi di Dio, la sua offerta valeva di più di duemila fiorini d’oro.
(“Da Santi di tutti i tempi”)