Maria, la Vergine di Nazareth, è stata oggetto di una particolare dignità:
è diventata la Madre di Dio-Uomo.
Nel giorno dell’Assunzione, la liturgia della Chiesa mette sulle labbra di Maria le sue stesse parole: “Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente”.
Tra la Visitazione e l’Assunzione c’è continuità. Colei che è stata prescelta eternamente come Madre del Verbo Incarnato, colei nella quale “Dio stesso ha abitato”, nella persona del Figlio, in modo particolare comincia a “dimorare in Dio”, Padre, Figlio e Spirito Santo. Ecco il Mistero che meditiamo con venerazione: il mistero dell’Assunzione.
Questo mistero ci ricorda anche il fine eterno dell’uomo: ognuno di noi è fatto per l’infinito amore di Dio, ognuno di noi ha una patria di gloria in Cielo.
Il Signore Gesù ce lo ha promesso prima di salire al Padre: “Vado a prepararvi un posto”.
“ Maria è il segno del futuro – ci ricorda Giovanni Paolo II nelle sue meditazioni – . Nell’Assunzione di Maria viene “riconfermato il disegno divino della salvezza dell’uomo e del mondo”.
E’ riconfermato “in cielo”, come ne rende testimonianza l’Apocalisse di Giovanni: “Ora si è compiuta la salvezza, la forza e il regno del nostro Dio e la potenza del suo Cristo” (Ap.12,10).
Nell’Assunzione di Maria la Chiesa “medita”, ancora una volta “su tutto il mistero di Cristo”: dall’inizio della storia fino alla sua fine. Guarda il suo passato e il presente nelle dimensioni di questo Mistero.
In esso “Si apre il futuro”: la dimensione definitiva della storia dell’uomo e del mondo, nonché la forma definitiva della vita della Chiesa”.
Don Angelo
Pubblicato su Un popolo in cammino – agosto 1990