
10 Agosto
Il diacono Lorenzo è uno dei martiri romani più venerati.
Nel canone della Messa egli rappresenta con altri la “Comunità dei Santi”.
L’antica liturgia romana dava particolare risalto alla sua festività, fissata al 10 Agosto. Tuttavia Lorenzo rientra in quel gruppo di santi sulla cui vita e morte sappiamo ben poco di attendibile.
Il vescovo Cipriano nella lettera 80 ricorda il martirio del vescovo di Roma, Sisto II, assieme a quattro diaconi il 6 Agosto del 258, ma non fa esplicito riferimento a Lorenzo.
Invece fa riferimento a Lorenzo la tradizione successiva. Essa parla del santo come arcidiacono di Sisto II e dice che subì gloriosamente il martirio pochi giorni dopo il papa stesso.
Negli scritti di S. Ambrogio si ha una testimonianza di questa tradizione. Ambrogio dice: “quando Lorenzo vide il suo vescovo Sisto condotto al martirio, cominciò a piangere, non sulla sua morte violenta, ma purché egli stesso voleva seguirlo.
Pertanto gli si rivolse con le parole:
-Dove vai, padre senza il figlio? Dove ti affretti, santo vescovo, senza il tuo diacono? Non hai mai celebrato il sacrificio senza il tuo assistente. Cos’è, dunque, che non ti piace in me, o Padre? Controlla dunque se hai scelto un assistente degno di fiducia. Tu gli hai affidato il sangue consacrato del Signore, e gli hai concesso di partecipare con te ai divini misteri. E vuoi tu, ora, negargli la partecipazione al tuo sangue? Guarda che il tuo giudizio non sia incerto, mentre la tua fermezza d’animo merita lode.
Il rifiuto dello scolaro da parte del maestro potrebbe andare a carico di quest’ultimo. Grandi e famosi maestri non vincono forse mediante le imprese dei loro discepoli come mediante le proprie? Così Abramo portò al sacrificio suo figlio, così Pietro lasciò che Stefano lo precedesse nel martirio –
Rispose allora Sisto:
-No, figlio mio, io non ti lascio indietro né ti abbandono. Di fronte a te vi sono, lotte più grandi. Da vecchio io entro nell’agone per una lotta più facile. Tu, giovane, sei atteso al tuo grandioso trionfo sui tiranni. Presto verrai anche tu: cessa di piangere. Entro tre giorni mi seguirai. Questo intervallo è quello giusto per i preti e per i leviti. Non sarebbe conveniente per te vincere a fianco del maestro come se tu avessi bisogno di aiuto. Perché vuoi partecipare ora al mio martirio? Io ti lascio erede di tutto. Perché richiedi la mia presenza? I discepoli deboli possono precedere il maestro. Quelli forti lo seguono. Questi vincono senza il maestro perché non hanno bisogno del suo insegnamento. Così anche Elia ha lasciato indietro Eliseo. Io incarico te di proseguire di proseguire la mia virtus di uomo……….”
(De officiis I, 41, 205-207)
Ambrogio, inoltre, racconta il suo martirio:
“Egli fu bruciato su una graticola e mentre era tra le fiamme disse al carnefice:
- L’arrosto è pronto, giralo e mangia! –
E’ chiaro che Ambrogio ha dato forma letteraria alla tradizione romana.