San Massimiliano Kolbe

fonte immagine: wikipedia.it

17 Agosto

San Massimiliano Kolbe, sacerdote e martire

Pubblicato su Un popolo in Cammino – agosto 1989

Oggi siamo di fronte ad un volto luminoso davanti al quale tutti, credenti e non credenti, si inchinino volentieri e di cui tutti parlano con venerazione. 

Il fatto che egli abbia offerto la sua vita ad Auschwitz, riscattando con la sua carità ed il suo martirio la dignità dell’uomo oppresso, basta ad attirargli tutte le simpatie. Ma noi vogliamo piuttosto imparare a comprendere quel suo gesto così decisivo sullo sfondo di tutta la sua esistenza: la sua vocazione, gli ideali coltivati, l’implacabile operosità, la sua “ostinata” missionarietà, perfino ciò che a qualcuno potrebbe sembrare “eccessivamente integrista” e che esprime invece l’integrità della sua fede, per non correre il rischio di staccare artificialmente la sua morte dalla sua vita.

Egli fu figlio del suo tempo e della sua terra: nacque nel 1894 in un paesino polacco, da genitori che gestivano un piccolo laboratorio di tessitura. Morì a quarantasette anni ad Auschwitz. Entrò nel seminario dei Francescani conventuali nel 1907, a tredici anni, novizio a quindici anni (1910). Dal 1912 al 1919 studiò filosofia e teologia a Roma. Conseguì la Laurea in filosofia nel 1915 ed in teologia nel 1919. Si interessò di fisica e di matematica e giunse fino a progettare nuovi tipi di aerei ed altre apparecchiature. 

A Roma assiste ad una processione di anticlericali massoni che vanno a festeggiare Giordano Bruno inalberando uno stendardo nero su cui Lucifero scaccia S. Michele Arcangelo.

In Piazza S. Pietro vengono distribuiti volantini in cui si dice che “Satana deve regnare in Vaticano ed il Papa dovrà fargli da servo”.

Il giovane Massimiliano ha una concezione cavalleresca della vita, al modo degli antichi cavalieri medioevali: ma la sua dama è la Madonna. Si convince che è iniziata l’era dell’Immacolata, quella in cui Maria, come dice la Genesi, dovrà schiacciare la testa del serpente. Scrive: “Bisogna seminare questa verità nel cuore di tutti gli uomini che vivono e vivranno fino alla fine dei tempi e curare l’incremento ed i frutti di santificazione; bisogna introdurre l’Immacolata nel cuore degli uomini affinché ella innalzi in essi il trono del Figlio suo e li trascini alla conoscenza di lui e li infiammi di amore verso il Sacratissimo Cuore di Gesù”.

Da parte sua ha una devozione totale e gentile: chiama la Madonna con i nomi più teneri e famigliari, come solo i polacchi sanno fare. E’ profondamente convinto che i cristiani devono diventare “Cavalieri dell’Immacolata” e fonda un’Associazione. E’ la “Milizia dell’Immacolata” di cui si hanno gli statuti autografi. Le prime parole che riguardano questa Associazione sono queste: “Cercate la conversione dei peccatori, degli eretici, degli scismatici e soprattutto dei massoni (parola sottolineata due volte) e soprattutto la santificazione di tutti sotto il patrocinio e con la mediazione della beata Vergine Maria”.

Accennavo all’accusa di integrismo che oggi Padre Kolbe si tirerebbe addosso da parte di molti cristiani benpensanti e schifiltosi.

Infatti la Milizia dell’Immacolata non ha affatto un programma spiritualistico, non descrive affatto una “opzione religiosa”, ma una scelta globale.

“Con l’aiuto di Dio dobbiamo fare in modo che i fedeli cavalieri dell’Immacolata si trovino dappertutto, ma soprattutto nei posti più impensati come: a) L’educazione della gioventù (professori di istituti, maestri, società sportive); b) La direzione dell’opinione delle masse (riviste, quotidiani, la loro direzione e diffusione, biblioteche pubbliche, biblioteche circolanti, conferenze, proiezioni cinematografiche); c) Le belle arti: scultura, pittura, musica, teatro.

I Militi dell’Immacolata divengono in ogni campo i primi pionieri e guide nelle scienze (scienze naturali, storia, letteratura, medicina, diritto, scienze esatte ecc.)

Sotto il nostro influsso e sotto la protezione dell’Immacolata sorgono, si sviluppano i complessi industriali, commerciali, le scuole. In una parola, la Milizia impegni tutto ed in uno spirito sacro guarisca, rafforzi e sviluppi ogni cosa alla maggior gloria di Dio, per mezzo dell’Immacolata e per il bene della Comunità”.

La realizzazione di questo progetto? Semplicemente incredibile per la personalità di un uomo.

Nel 1927 inizia a costruire dal nulla un’intera città a circa quaranta km. Da Varsavia. Chiama la città “Niepokalanow”: Città dell’Immacolata. In pochi anni ecco descritta la prima realizzazione:

“Una vasta area libera per la costruzione di una grande Basilica dell’Immacolata.

Un complesso di editoria (che comprendeva la redazione, la biblioteca, la tipoteca, il laboratorio di linotipisti, la zincografia con i gabinetti fotografici, la tipografia ….. ed ancora vari reparti di legatoria, dei depositi e delle spedizioni.

L’ala sinistra ….. comprendeva, in fabbricati distinti, la cappella, l’abitazione dei religiosi, il postulandato, il noviziato, la direzione generale, l’infermeria e, alquanto distanziata, la grande centrale elettrica. E poi, sparsi un po’ dovunque, le officine, le fabbriche dei meccanici, i laboratori dei meccanici, i laboratori per i falegnami, per i calzolai, per i sarti, nonché le grandi rimesse per i muratori ed il corpo dei pompieri. Ma non è ancora finita: c’è il parco macchine, la piccola stazione ferroviaria con il binario di raccordo con quella pubblica e statale; previsto anche l’aeroporto con quattro velivoli ed un progetto di stazione radio trasmittente. Dovunque grandi tronchi d’albero, depositi di legname, tubi di materiale edilizio di vario genere”. La capacità di Massimiliano Kolbe di trascinare gli altri dietro questo ideale cavalleresco è data da queste cifre: dopo una decina di anni o poco più a Niepokalanow vivono 762 religiosi, tredici sacerdoti, diciotto chierici, cinquecentoventisette religiosi conversi, centoventidue giovani aspiranti sacerdoti, ottantadue giovani aspiranti religiosi conversi.

Quando Massimiliano, tornato sacerdote da Roma, aveva rimesso piede in Polonia, la provincia Francescana contava poco più di un centinaio di religiosi. I religiosi di Niepokalanow devono essere poverissimi, ma avere a disposizione quanto di meglio c’è sul mercato: dall’aereo alle rotative ultimo modello. 

I Frati di Massimiliano sono capaci di tutto: dall’organizzare il corpo dei pompieri, a prendere il brevetto di pilota, a studiare per diventare direttori d’orchestra in modo da poter curare personalmente la registrazione dei dischi, ad imparare i sistemi di regia cinematografica.

Padre Massimiliano che fonda, e dirige per i primi anni, questa enorme comunità e ne resta l’animatore, è descritto così: “Era tenace, ostinato, implacabile …. Era un calcolatore nato: calcolava e raffrontava senza posa, valutava, fissava, combinava bilanci e preventivi. Se ne intendeva di tutto: di motori, di biciclette, di linotype, di radio; conosceva quello che costava poco e quello che costava molto; sapeva dove, come e quando era opportuno comperare … Il veicolo del missionario, diceva spesso, dovrebbe essere l’aereo ultimo modello”.

La vita dell’intera comunità, invece, è descritta e spiegata da Padre Kolbe così: “La nostra comunità ha un tono di vita un pochino eroico. Quale è e deve essere Niepokalanow se veramente vuole conseguire lo scopo che si prefigge, vale a dire, non solo di difendere la fede, di contribuire alla salvezza delle anime, ma con ardito attacco, non badando affatto a se stessa, conquistare all’Immacolata una anima dietro l’altra, un avamposto dietro l’altro, inalberare il suo vessillo sulle case editoriali dei quotidiani, sulla stampa periodica, sulle agenzie di stampo, sulle antenne radiofoniche, sugli istituti artistici e letterari, sui teatri e sulle sale cinematografiche, sui parlamenti, sui senati, in una parola dappertutto sulla terra; inoltre vigilare affinché nessuno riesca a rimuovere quei vessilli.

Così cadrà il potere di satana sul mondo!” (continua) 

 

Don Angelo

 

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