
Carissimi, nessuno come Maria è stata missionaria perché ha offerto la sua vita completamente legata a Gesù, salvatore nostro e di tutti.
San Paolo scriveva ai Galati nel capitolo 4:
“Ma quando venne la pienezza dei tempi, Dio mandò il Figlio suo, nato da donna, nato sotto la legge, per riscattare coloro che erano sotto la legge, perché ricevessimo l’adozione di figli.
Giacché voi siete figli, Dio mandò lo Spirito del Figlio suo nei nostri cuori che gridano: Abbà Padre.
Dunque non sei più schiavo, ma figlio, sei anche erede per volontà di Dio”.
Inizialmente Paolo descrive la condizione precedente la venuta di Cristo a quella di fanciullo che, pur essendo potenzialmente proprietario dei beni paterni, in quanto erede, allo stato attuale non è diverso da uno schiavo in quanto dipende da tutori ed amministratori. La situazione incomincia a cambiare con la venuta di Gesù. Ed è qui che San Paolo introduce il tema della Madonna, di Maria.
Dio invia, attraverso la disponibilità di Maria il Figlio, Gesù, su questa terra e poi lo Spirito Santo al quale Maria e Gesù hanno vissuto la loro esperienza umana e divina.
Manda lo Spirito Santo anche nei nostri cuori perché seguendo Gesù e Maria possiamo essere riflessi dell’Amore che il Padre ha nei confronti dell’umanità intera.
La venuta del Figlio di Dio è perché tutti gli uomini diventino, come lui, “Figli di Dio nel Figlio e perché, mediante lo Spirito Santo, ne prendano piena coscienza con il grido di “Abbà Padre”.
L’uomo viene, così, introdotto in una nuova relazione, quella determinata dal rapporto con la Trinità.
Questo spiega perché il credente non è più schiavo della legge, ma libero di amare, perché l’Amore è la sostanza dei rapporti divini.
E Maria, la Madre di Gesù, si trova all’interno di questo movimento di Grazia.
Allora comprendiamo che Giovanni Paolo II invita alla recita del Santo Rosario:
-per contemplare il grande mistero di Amore del Padre che non dimentica che noi siamo i suoi figli;
– per meditare la storia di salvezza che, attraverso Maria arriva a raggiungere ciascuno di noi;
-per contemplare attraverso la storia umana e divina di Gesù l’attualrsi per noi di questo mistero di Grazia.
(Segue)