
L’avvento come tempo di preparazione alla solennità del Natale appare per la prima volta alla fine del IV secolo in Spagna ed in Gallia.
Dal V secolo l’Avvento si conforma al modello della Quaresima assumendo il carattere penitenziale che conserva ancora oggi.
Le letture del Vangelo di questi giorni compongono il quadro degli avvenimenti che precedono la nascita di Gesù. La genealogia di Gesù indica quanto il salvatore fu legato al suo popolo ed alla storia umana.
L’Angelo Gabriele preannuncia la nascita di Giovanni il Battista, il quale “andrà innanzi al Signore a preparargli le strade”.
La Chiesa ogni anno festeggia il ricordo della venuta al mondo del Figlio di Dio nel corpo umano e, attraverso la lettura dei profeti, dispone ciascuno ad accoglierlo nella vita. Non lo fa per ricordare la realtà passata: il fatto storicamente avvenuto e la lunga attesa del popolo di Israele per la venuta del Messia! Cristo è venuto sulla terra, ha annunciato la Buona Novella, cioè che è possibile vivere in modo nuovo, che è possibile vivere accogliendo gli altri come parte di sé stessi nella Carità, nell’Amore; ha compiuto, cioè, la redenzione dell’uomo facendolo partecipe dell’Amore del Padre.
L’umanità ha visto la salvezza.
Il tempo di preparazione al Natale deve servirci da introduzione per capire il mistero della “Presenza” di Cristo in mezzo a noi.
Il Signore è venuto, il Signore è presente.
La Chiesa si rende conto che Gesù è già in mezzo a noi e in noi attraverso la vita di Carità e di ….Amore ma attende anche il “non ancora” che deve venire.
Gesù è venuto, ma la Chiesa pellegrina sulla terra, nel tempo, attende il ritorno del Signore. Occorre che noi aspettiamo il ritorno di Cristo come i servi che attendono il ritorno del loro padrone, occorre che vegliamo per aprirgli appena sarà venuto e avrà bussato alla porta del nostro cuore, occorre andargli incontro con le lampade accese; ecco l’atteggiamento dell’Avvento.
Isaia e Giovanni Battista: queste le due grandi figure dell’Avvento