
Il signore ti ha scelto
per suo sommo sacerdote
ti ha aperto i suoi tesori
e ti ha colmato di ogni benedizione.
Il verbo divino scuote l’insolente,
sveglia l’assonnato.
Viene e bussa alla porta,
vuole sempre entrare,
dipende da quello che c’è in noi
se non sempre entra,
se non sempre rimane.
Sia aperta la porta a colui che viene:
schiudi la tua porta,
spalanca l’intimo dell’anima,
perché veda le ricchezze della semplicità,
i tesori della pace,
e la soavità della grazia.
Dilata il tuo cuore,
corri incontro al sole dell’eterna luce
che rischiara ogni uomo:
per tutti risplende quella luce vera.
Ma se qualcuno chiuderà le sue finestre
si sottrarrà alla luce che non tramonta.
Se chiudi la porta alla tua anima,
allora Cristo resta fuori.
Potrebbe entrare,
ma non vuole invadere come importuno,
ma vuole costringere
chi non è disponibile.
Nato dalla Vergine,
è venuto dal suo grembo
come luce dell’universo intero
per illuminare tutti:
lo ricevono quanti desiderano
la chiarità del suo fulgore senza fine,
che nessuna notte vuole offuscare.