
Quando fu martirizzato aveva almeno 86 anni. Era stato in rapporto epistolare con Ignazio di Antiochia, anch’egli martirizzato verso il 110. Incontrò Marcione, l’eretico del Ponto e fu maestro di Ireneo di Lione morto verso il 202 il quale conservò di lui un ricordo molto vivo. Scrisse una lettera alla comunità di Filippi alla quale si era già rivolto S. Paolo. Policarpo intervenne presso il Papa Aniceto all’inizio della controversia della data della Pasqua.
Ireneo sembra aver ereditato dal suo maestro asiatico non solamente le tradizioni liturgiche, ma anche l’amore della pace e l’attaccamento alla tradizione degli apostoli, la quale garantisce per lui la verità della fede.
Policarpo è, dunque, un personaggio chiave di quel periodo che segue il passaggio dall’età degli apostoli a quella che è definita post-apostolica. Perciò Policarpo stesso ha ricevuto spesso il nome di apostolo.
Oggi si è d’accordo di datare il suo martirio il 23 febbraio 167.
Il racconto del martirio di Policarpo, inviato sotto forma di lettera dalla comunità di Smirne ad altre comunità amiche , non ci da´ soltanto preziose informazioni sulle circostanze della morte del Santo, ma offre anche gli elementi di una teologia del martirio, insistendo sulla distinzione tra il culto da rendere ai “discepoli ed imitatori del Signore” e l’adorazione dovuta solo a Cristo.
I primi cristiani erano appassionati nel comunicare a tutti il volto dei Santi che maggiormente avevano camminato verso la identificazione nel loro maestro Gesù per sorreggersi nel difficile cammino della fede.
Anche noi guardiamo a loro come specchio che riflette il sole: Cristo Gesù è imparare a vivere nella fedeltà del Padre verso i suoi figli da sempre e per sempre amati.
Don Angelo