Eseguito a scopo di studio da: Battistella Luigi e Regata Maurizio

Testo pubblicato su Un popolo in Cammino -anno 1993
Inizia con questo numero la pubblicazione di uno studio sulla chiesa vecchia di San Giorgio in Jerago, effettuata dal nostro parrocchiano architetto Luigi Battistella.
Tale ricerca è stata eseguita nel corso degli studi effettuati presso il Politecnico di Milano, sotto la guida del professor Gasparoli. Dalla lettura di queste cartelle, che verranno conservate nell’archivio parrocchiale, si può capire come qualsiasi intervento su strutture vetuste, di interesse storico architettonico, non possa prescindere da una corrente puntuale descrizione dello stato dell’edificio e della sua storia . Tale descrizione è il frutto di un faticoso e lungo lavoro di ricerca effettuato sia negli archivi che sul campo.
Solo così si rende possibile un successivo intervento, che, indipendentemente dal recupero funzionale dell’edificio in oggetto, rispetti e tramandi le testimonianze della fede e delle attività umana accumulata nel corso dei secoli.
Basti ripercorrere la recente storia del campanile romanico, per capacitarsi di come un intervento esclusivamente funzionale, ma non storico architettonico, avrebbe irrimediabilmente tolto la possibilità di fare ulteriori importanti scoperte inerenti la storia delle nostre genti.
Anselmo Carabelli
Eseguito a scopo di studio da: Battistella Luigi e Regata Maurizio
La presenza della vecchia chiesa parrocchiale di S. Giorgio è documentata nei secoli più recenti; tuttavia tale edificio dovrebbe (il condizionale è d’obbligo) risalire ad epoche ben più remote. Significativa ed opportuna è in tal caso l’osservazione che l’Arcivescovo Andrea Ferrari, nel corso della sua visita pastorale del 1881, fece a proposito della data di edificazione della chiesa e cioè egli affermò che fu costruita “ab immemorabilis”, ovverosia se ne perde la memoria (vedi analisi storica, scheda n. 9).
Nel 1586 c’è una descrizione dell’edificio ad opera di padre Leonetto Clivone (vedi analisi storica, scheda n. 1) il quale diceva che la chiesa si presentava ad aula rettangolare, cui andava aggiunto il piccolo presbiterio; il tutto misurava m. 12 x 9.
Si ha notizia che nel 1590, esattamente vent’anni dopo la visita di Carlo Borromeo, la devozione per quest’ultimo si manifestò con l’erezione di un altare a lui dedicato ai cui fianchi si trovano due raffigurazioni in bronzo, relative a S. Gerolamo ed al reale salmista Davide.
Nel 1596 il visitatore Mons. Luigi Bossi, dice che il campanile sta sulla parte settentrionale di detta chiesa ed è a forma di torre.
Bisogna a questo punto notare che tra il campanile, lato ovest e lo stesso lato visto però dall’interno della chiesa vecchia, vi è un’intercapedine sul fondo della quale si intravede forse il muro originale della vecchia chiesa, con un fregio che si richiama agli stessi fregi del campanile romanico; questo fregio potrebbe (ancora al condizionale) stabilire coevità romanica fra campanile, senza ombra di dubbio romanico, e chiesa vecchia.
Sicuramente la qualità della chiesa e del campanile mutano nel tempo; anzi nel 1620 il Card. Federico Borromeo, durate una sua visita pastorale, denuncia varie e particolari situazioni di degrado.
Risale invece al 1636 la prima vera descrizione dell’edificio ad opera del parroco don Giovanni Bonomi (vedi analisi storica, scheda n. 3) dove la chiesa presentava le seguenti caratteristiche: “Ha una sola porta in mezzo per l’ingresso del popolo, poi vicino alla cappella maggiore (abside) vi è una portina per comodità del curato. Per contro alla suddetta cappella, vi è pure il campanile, sopra al quale vi sono due campane. La chiesa presenta tre cappelle: di S. Carlo, con un quadro di sua effigie, l’altra della Beata Vergine Maria, con un quadro di sua effigie e la terza del Sacro Fonte, con pitture del Battesimo di Nostro Signore”.
Arriviamo pertanto al 1750, quando il Card. Pozzobonelli (vedi analisi storica, scheda n. 5) nota durante la sua visita che: “la chiesa, dedicata a S. Giorgio è edificata in un luogo poco eminente (cioè rialzato rispetto al resto) ed è di forma oblunga”.
Nel secolo successivo, ed esattamente nel 1755, la chiesa subisce una trasformazione ad opera del capomastro Piantanida di Gallarate (vedi analisi storica, scheda n. 10); l’edificio viene in parte restaurato ed in parte fatto a nuovo, vengono costruite due cappelle laterali (quelle che precedono il presbiterio), viene alzato il coro e la chiesa in tutte le sue parti.
Nel 1801 il vecchio altare (vedi analisi storica, scheda n. 6) venne sostituito con un nuovo altare in marmo che è tuttora visibile nella nuova chiesa parrocchiale.
Nella seconda metà del XIX secolo altre opere vengono ad abbellire la chiesa quali la nuova costruzione in stucco della cappella della Beata Vergine del Carmine, gli affreschi del pittore Tagliaferri, tuttora visibili nel guscio sovrastante l’abside, nonché il quadro della gloria di S. Carlo, opera del pittore Carsana di Bergamo.
Nel 1865 venne rifatto il pavimento (vedi analisi storica, scheda n. 7); nel 1882 per far fronte al grande aumento di popolazione, si procede all’ampliamento della facciata della chiesa (vedi analisi storica, scheda n. 8), ampliamento che la porta alle dimensioni ed alla forma attualmente visibili.
Veniamo infine ai giorni nostri, in particolare nell’immediato dopoguerra (1919-1921); la chiesa parrocchiale si dimostrava insufficiente al normale servizio domenicale e giornaliero, a causa del forte aumento della popolazione. Il parroco di allora comprese la necessità ed iniziò la sua missione proprio prefiggendosi di ampliare il tempio esistente ed infatti esiste a questo proposito nell’archivio parrocchiale una planimetria relativa a tale ingrandimento. L’idea di questo ampliamento venne ben presto abbandonata per motivi economici, ma anche e soprattutto perché data la mole dei lavori, la chiesa avrebbe dovuto essere sconsacrata; fu così che si decise di edificare una nuova chiesa di S. Giorgio accanto alla vecchia e di fatto così avvenne.
Costruita la nuova chiesa parrocchiale, inaugurata nel 1927, la vecchia fu praticamente abbandonata e sconsacrata; cominciò così un periodo in cui l’ex edificio ecclesiale fu adibito a diversi usi: cinema, teatro, magazzino, tutto ciò fino al 1966, data in cui divampò un incendio che causò il crollo di parte della copertura e rese l’edificio definitivamente inagibile.
Data la pericolosità della chiesa e del campanile, nel 1970 il parroco don Luigi Mauri si vide costretto, anche per ragioni di sicurezza, ad interrompere il suono delle campane.
Il resto è storia dei nostri giorni.
(Le schede di analisi storica sono presenti nell’archivio parrocchiale).
(continua)
Una opinione su "Storia ed ipotesi di restauro della Vecchia Chiesa di San Giorgio"