Pubblicato su Un popolo in cammino – marzo 1998
Diacono Miroslaw Klinowski (21\8\1968 – 15\12\1997)
Nasce in Polonia ed è tra i primi giovani polacchi a conoscere i Comboniani e a chiedere di entrarne a far parte. Intraprende dunque i suoi studi filosofici nella provincia italiana, prima ancora che sorgesse un postulato Comboniano in Polonia, ed entra quindi nel Noviziato di Venegono Superiore il 10 ottobre 1991. Pronuncia i voti temporanei il 5 giugno 1993 e viene destinato allo scolasticato di Roma, dove conclude il corso di studi teologici e comincia la licenza in missiologia che non riuscirà a portare a termine. Il tempo pur breve trascorso nello scolasticato gli ha comunque permesso di lasciare tra coloro che lo hanno conosciuto il ricordo di una persona socievole, discreta, generosa in tutti gli aspetti della sua vita: la preghiera, lo studio, l’apostolato in varie parrocchie di Roma, i piccoli servizi quotidiani. La sua presenza in mezzo agli altri, ed in particolare nella comunità comboniana traduceva in vita il senso profondo che egli portava: “Miroslav -colui che ama la pace “.
Il 7 dicembre 1996 Mirek pronunciando i suoi voti perpetui esprimeva la sua disposizione a divenire, nel segno di un genuino carisma Combiniamo, “vittima di sacrificio” per la missione, dono sincero di sé a Dio ed agli altri: “Grazie per tutto ciò che è stato… sì per tutto ciò che sarà… La croce che oggi mi doni diventi la mia forza Apostolica e la fonte della fedeltà al tuo disegno “. Un paio di settimane dopo la professione perpetua, il 22 \12 \96 viene ordinato Diacono a Roma. Avverte già nel suo corpo la debolezza ed i dolori sintomatici del suo male e subito dopo l’ordinazione parte per Verona per fare delle analisi approfondite. Non ritornerà più a Roma.
Dopo un intervento chirurgico e una lunga terapia affrontata con la determinazione di chi vuole e chiede di guarire ma anche con l’abbandono di chi è pronto ad accettare comunque la volontà del Padre, Mirek si spegne serenamente il 15 dicembre 1997. Uno degli ultimi libri che lui stesso aveva chiesto di leggere si conclude così: “…quanto è bello un cuore puro e solitario sotto lo sguardo di Dio! C’è un solo canto, quello dell’eternità. Gloria al Padre ed al Figlio ed allo Spirito Santo”.