La Chiesa domestica, comunità di salvezza

Quadro di Gianfranco Battistella

Pubblicato su Un popolo in cammino 

Vivere oggi in una società complessa ed in rapida evoluzione in cui tutto è travolto da ritmi vorticosi che generano confusione ed incertezza anche a riguardo dei valori più radicali è una sfida appassionante per la famiglia cristiana, provocata a ridefinire se stessa, la sua essenza ed il proprio ruolo.

Le coppie sono chiamate ad essere contemporaneamente unità e molteplicità per la vocazione coniugale e familiare ricevuta ed accolta. Le realizzano nella profonda e matura comunione personale, nel reciproco e totale dono di sé, del proprio diverso modo interiore. Solo così le coppie esprimono in pienezza l’essere uomo e donna secondo il progetto naturale e divino. Il matrimonio è stato ratificato da Cristo ed elevato a segno sacramentale. Per la grazia del Sacramento le coppie danno volto umano all’amore ed alla tenerezza del Dio in cui crediamo, che Trinità e Padre, esperienza dialogante di comunione e di famiglia. Questo mistero si rivela nel continuo sforzo alla disponibilità ed all’accoglienza, nel superamento delle conflittualità grazie alle quali il cammino si spinge più avanti e si dipana lungo sentieri di gioia e di appartenenza sempre più profondi. Dio è amore e comunica il suo Amore. Segno del suo Amore è l’Eucaristia, sorgente di grazia e di conformazione a Cristo. L’amore di Dio smette di essere realtà astratta ed assume i connotati della gioia di appartenersi e di comunicare insieme, assume la precarietà dei gesti quotidiani, diventa fonte di vita e di sostegno alla speranza. È facile, allora, immaginare la concretezza, l’intensità e (perché no?) forse anche la fatica con cui Dio ci ama quando vedo la vostra fedeltà, quando verifico la vostra tensione ad una comunione da rinnovare sempre, quando ritrovo in voi la volontà costantemente vigile di essere una carne sola nella piena armonia.

La famiglia, oggi, è provocata a ridefinire se stessa. È una sfida che si deve raccogliere e dalla quale si deve reagire con la disponibilità evangelica. A questa sfida bisogna rispondere con coraggio proponendo una cultura della vita e della solidarietà testimoniata in scelte ed in atteggiamenti coerenti e quotidiani. Perché ciò sia possibile è necessario tornare alla sorgente dell’amore e del carisma coniugale, recuperare il fondamento saldo della comunione coniugale: Gesù Cristo. Guardare a lui, ascoltarne la parola, accoglierne la presenza, lasciarsi guidare dalla sua luce, condividere il suo cammino. È così che la famiglia smette di essere semplicemente una definizione sociale e sociologica per rivelarsi comunità di salvezza, Chiesa domestica ed alla dimensione di soggetto politico aggiunge quella di soggetto di evangelizzazione, pienamente inserito e partecipe della missione della Chiesa tra gli uomini di questo tempo.

Se l’eucaristia resta indissolubilmente centro, il culmine di ogni autentica esperienza di fede, e l’incontro con la parola che educa al linguaggio e dalle esigenze di Dio e che, in definitiva, ci permette di varcare consapevolmente la soglia del mistero preparandoci ad accoglierlo. Una vera famiglia che sia Chiesa domestica, si oppone alla logica di egoismo, di indifferenza, di pessimismo che avvelenano ogni gioia di vivere. 

Carissimi sposi, avete grandi responsabilità nei confronti della società e nei confronti della chiesa! Voi costituite un formidabile strumento di rinnovamento, di recupero della coerenza e dell’autenticità per il vivere civile e per la testimonianza cristiana. E io confido sinceramente nella buona disponibilità di ognuno di voi: pensate soprattutto ai giovani, ai vostri figli per amore dei quali vi chiedo fermamente di condividere i progetti di impegno in vista ed a favore di un mondo migliore. Questo non è solamente nei desideri e nei sogni ma è nelle nostre mani.

In ottobre inizieremo a formare dei gruppi familiari perché con la preghiera e con la comunicazione della propria esperienza e delle difficoltà incontrate possiate essere di aiuto reciproco per la crescita nella fede in Cristo e nella testimonianza di amore e di fedeltà. 

Con affetto e stima Don Angelo Cassani

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