
Tratto da Un popolo in cammino – anno 1988
In Cristo asceso al Cielo contempliamo il nostro destino e la nostra meta
L’Ascensione di Gesù compie la glorificazione che già abbiamo contemplato nel mistero della sua morte e risurrezione.
Colui che è risorto da morte entra definitivamente nella Gloria “ alla destra del Padre”, cioè nella pienezza di amore, di vita e di gioia.
In Cristo asceso al cielo noi contempliamo anche il nostro destino e la nostra meta: la pienezza dell’amore del Padre. Egli porta la nostra umanità in Dio, glorificata al di là di ogni nostra ragionevole attesa e anche di ogni possibile desiderio. Ormai noi contempliamo in Lui la nostra speranza: una speranza che non è solo sogno, ma si basa sulla realtà già totalmente realizzata nel Signore e già parzialmente compiuta in noi attraverso la carità reciproca.
Come sempre il Signore non ci dona una salvezza fatta di parole o di sentimenti, ma opera con i fatti un mutamento reale: il nostro cuore di pietra, incapace di amare, di accogliere, di operare senza calcoli alla ricerca dei nostri interessi, con il dono di sé quando ancora eravamo ribelli, lo cambia in un cuore di carne capace di amare e di donarsi per il bene degli altri.
Con la Sua ascensione già fa salire la nostra vita dalla incapacità di agire per Amore all’Amore a Dio, al Padre.
L’Ascensione ci mostra già compiuto in Cristo quell’ingresso nella Casa del Padre che sta realizzandosi in noi attraverso l’opera del Suo Spirito che lentamente anima anche il nostro corpo nel vortice del Suo Amore.
Don Angelo