Più di una volta, incontrando don Angelo – quando era coadiutore nella parrocchia di S. Carlo alla Cà Granda a S. Lorenzo – mi è capitato di intrattenermi con lui sugli anni trascorsi insieme nel Seminario del Duomo. Lui come alunno del ginnasio e del liceo e io come suo insegnante di lettere e filosofia.
Eravamo una famiglia; una trentina di giovani seminaristi che attendevano alla preghiera, allo studio e, nello stesso tempo, al servizio in Cattedrale, e alcuni sacerdoti, di cui io ero di gran lunga il più giovane, che svolgevano il ruolo di educatori e di maestri. E quali maestri!
Basti ricordare i Mons. C. Dotta e F. Bizzozero.
Lo rivedo, don Angelo, sui banchi di scuola: esile e un po’ sofferente, piuttosto timido, ma animato dal desiderio di camminare sulla via del sacerdozio con passo sicuro, con fiducia e con gioia.
Ricordo i periodi di vacanza trascorsi insieme nel Seminario di Vengono e in una modesta casetta a Vione, in Valcamonica, dove mia mamma attendeva a loro in tutto, fiera di essere utile ai futuri sacerdoti. Eravamo lietissimi. Allora bastava poco a renderci contenti.
Non posso nascondere che il sentire ricordare da lui con sincera commozione gli anni del “Seminarietto” – così veniva chiamato il Seminario del Duomo a motivo del numero modesto dei suoi alunni – mi ha sempre commosso.
Non avrei immaginato che alcune cose, apparentemente insignificanti, potessero incidere così profondamente nell’animo. Vorrei che lo spirito di preghiera e di sacrificio, l’operosità e la dedizione che hanno caratterizzato quegli anni ormai lontani caratterizzino sempre il sacerdozio. E’ un augurio amico e accompagnato con orante ricordo.
Mons. Dott. Angelo Majo
(Arciprete del Duomo di Milano)