Carissimi, è certamente un momento di gratitudine al Signore Gesù per avermi chiamato a servire la Sua Sposa, la Santa Madre Chiesa.
Ma voglio dirvi il mio grazie per la partecipazione a questo momento di tutto il “Popolo di Dio” sia come adesione personale che come partecipazione delle associazioni, gruppi e della mia leva che è la stessa del nostro nuovo Arcivescovo Dionigi Tettamanzi.
Ma desidero innanzitutto ringraziare il Signore con le stesse parole della Madonna alla quale affido ogni giorno la mia vita perché sia sempre al vostro servizio:
“ Ha fatto di me grandi cose l’Onnipotente
perché ha guardato la piccolezza,
la nullità del suo servo.
Si, carissimi, se noi siamo disponibili come Maria ai dettami dello Spirito Santo, Dio Padre
non ha vergogna di assumere la nostra umanità per fare le Sue grandi cose che sono la salvezza dei suoi figli amati sempre, senza esitazioni.
Proprio in questa settimana di preghiera, il Signore mi ha chiesto di condividere la sua vita, la sua solitudine con un episodio febbrile improvviso. Ma voi siete stati grandi perché anche in mia assenza vi siete radunati in preghiera.
Leggendo, a letto, il brano di San Paolo che sarebbe stato letto anche Domenica 22 settembre della XXV domenica per annum, mi veniva spontaneo di ripetere con lui:
“ Fratelli, Cristo sarà glorificato nel mio corpo sia che io viva, sia che io muoia. Per me, infatti, vivere è Cristo e morire un guadagno. Ma se il vivere nel corpo significa lavorare con frutto, non so davvero che cosa scegliere…..
Per conto mio sono convinto che resterò e continuerò ad essere di aiuto a voi tutti per il progresso e la gioia della vostra fede”.
Si, carissimi, la vostra presenza, la vostra preghiera e la vostra fede è ciò che sorregge la mia vita nell’essere sempre a vostra disposizione come
dono della mia vita
perché cresca in Cristo
nell’accoglienza,
nell’affezione a voi.
Siete l’occasione, unica, oggi, perché la vita cresca nella fedeltà di Cristo Gesù.
E, allora, Domenica 29 settembre sentendo annunciare la Parola di Dio attraverso la lettera di San Paolo ai Filippesi, facevo mie anche queste sue parole:
“ Se c’e qualche consolazione in Cristo, se c’è conforto derivante dalla Carità, se c’è qualche comunanza di Spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione,
rendete piena la mia gioia
con l’unione dei vostri spiriti
con la stessa carità,
con i medesimi sentimenti”.
Si, carissimi, perché ciò che ferisce il cuore di un sacerdote o di un papà o di una mamma è
lo spirito di rivalità e la vanagloria
che non rispettano le persone e l’immagine di Cristo che è nel loro volto! E allora si cerca il proprio interesse e si perde il cuore di Cristo Gesù che si è
Umiliato per innalzare ognuno di noi.
Carissimi, chiedete sempre a Gesù attraverso l’intercessione della Madonna che io ed ogni sacerdote, che ogni persona che mette a disposizione se stessa per il bene degli altri si
Converta ogni giorno al
Cuore di Gesù
Per vivere nella propria umanità
I suoi sentimenti.
Vieni Santo Spirito, vieni attraverso Maria.
Con affetto e gratitudine
Don Angelo