
Prima stazione: Gesù condannato
Lui, colpevole. Noi, graziati.
“Io non trovo in lui nessuna colpa”, riconosce Pilato /Gv 19,31).
Eppure l’innocente viene “consegnato” per essere crocifisso.
Negli schedari del Tempio Gesù rimarrà classificato come bestemmiatore, impostore.
Negli archivi del governatorato romano la pratica intestata a Lui lo presenterà nelle vesti di delinquente, malfattore, sedizioso, agitatore, mentecatto, irresponsabile, ma non per questo meno pericoloso per l’ordine pubblico.
E’ vero che Pilato, personalmente, resta convinto della sua innocenza, ma non fino al punto di rischiare di perdere il posto, compromettere la carriera, mettersi contro la folla e i notabili che la sobillano.
Gesù, l’unico giusto su questa terra, ha una fedina penale, stilata dalla giustizia umana – sia religiosa che civile – di cui qualsiasi individuo che conservi il minimo seno di dignità si vergognerebbe.
Si giudica e si condanna sempre … un altro. Comunque, Lui non è certo quello che viene descritto negli schedari del Tempio o negli archivi di Pilato.
… e nemmeno noi siamo ciò che ci illudiamo, o vorremmo far credere di essere. D’altra parte, è venuto proprio per questo: perché nel mondo ci fosse finalmente un Colpevole. Uno che si facesse carico, per amore, dei peccati e delle ignominie di tutti.
Già. Le colpe non sono mai nostre, ma di un altro …
Così Caifa lo tratta da eretico, Erode da buffone, e Pilato lo fa flagellare per dargli una lezione e accontentare la platea. La soldataglia lo considera un trastullo per sconfiggere la noia. I sapienti lo scherniscono, i capi gli sputano addosso, le persone rispettabili del tribunale lo schiaffeggiano e lo insultano.
Pietro giura di non averlo mai conosciuto. La folla gli preferisce un malfattore patentato dello stampo di Barabba.
Lui tace. Nessuno che alzi la voce per difenderlo. Non uno che si schieri apertamente dalla sua parte. Non uno che si faccia avanti e dichiari: “Lui non c’entra”. Gli amici sono chissà dove.
Colui che era venuto non a giudicare il mondo, ma a salvarlo, viene condannato da tutti, anche soltanto con la vigliaccheria.
Non si trova nessuno che parli a suo favore. E Pilato se ne lava le mani …
Lui, invece, tiene le mani legate. Gli uomini possono farne ciò che vogliono, strattonarlo a piacimento, buttargli in faccia qualsiasi ingiuria, portarlo via dove desiderano.
E non si accorgono che è Lui che li trascina, ci trascina tutti, anche se un po’ recalcitranti, verso l’abbraccio della misericordia del Padre.
Preghiera
Signore, di fronte al male che c’è nel mondo, fa che non mi tiri mai fuori. Mi senta, invece, solidale, corresponsabile di tutto e di tutti.
Togli dai miei paraggi qualsiasi tipo di catino sotto forma di alibi, pretesti, giustificazioni meschine.
Leva dalla mia bocca la frase di comodo “Io non c’entro”; o, peggio “Io non mi sento colpevole di nulla”.
Fa che abbia il coraggio di dire, con piena convinzione: “La colpa è mia”.
Concedici, anche comunitariamente, di avvertire sul nostro volto il rossore della vergogna, quale condizione per sperimentare la gioia di saperci peccatori perdonati e amati.
Amen.