
Ogni mese dell’anno porta la memoria di un aspetto significativo della vita di Maria come serva obbediente della volontà di Dio Padre di rendersi compartecipe al mistero del suo Amore come progetto di redenzione della nostra umanità attraverso il Figlio prediletto, Gesù. S. Paolo, parlando di Gesù dice:
“Pur essendo Figlio, imparò l’obbedienza dalle cose che patì e, reso perfetto, divenne causa di salvezza eterna per tutti coloro che gli obbediscono”. (Eb. 5,7-9)
Il mese di settembre è particolarmente legato alla memoria di Maria. Ricordiamo:
– la sua natività che è anche la festa della dedicazione del nostro Duomo di Milano.
– Il nome di Maria, nuova Eva, madre di tutta la nuova umanità nata dal suo “Sì” e perciò dal sacrificio di suo Figlio Gesù.
– L’Addolorata che la rende corredentrice in unità al dono che Cristo fa’ di sé, accogliendo la volontà di Dio, sul legno della croce.
Fin dagli inizi della gioia di una mamma che accoglie tra le braccia la nuova creatura si reca ad offrire il Figlio a Dio riconoscendolo possesso del Padre e non suo! Ma è proprio in quel gesto che Simeone anticipa il suo destino di dolore e di grandezza: “Anche a te una spada trafiggerà l’anima, ferirà il tuo cuore”.
Maria resterà semplicemente stupita. Non poteva conoscere prima del tempo ciò che sarebbe accaduto a lei perchè sarebbe accaduto a Gesù.
E’ come una mamma, piena di gioia per essere stata resa compartecipe del gusto creatore di Dio. Ma da quel momento il sorriso del figlio diventa il suo sorriso, il pianto del figlio la sua trepidazione, il dolore del figlio il suo dolore fino a desiderare di sostituirsi alla sua fatica, di essere lei al suo posto.
Ma Maria è mamma forte che abbraccerà la Croce del pianto, ma che lo sorreggerà sotto sua obbedienza alla volontà di Dio di esprimere tutto l’amore nei confronti dei suoi figli attraverso il dolore della passione.
In quel momento, davanti ai suoi occhi saranno passati tutti gli avvenimenti, tutte le parole ascoltate, ma non comprese, custodite gelosamente nel cuore, meditate nell’attesa di poter comprendere tutto il loro significato.
In quel momento comprendeva, era il fatto che svelava la misteriosità delle parole ascoltate e custodite.
Ma era anche il momento della responsabilità verso tutti noi: “madre, ecco tuo figlio”.
In Giovanni Gesù affidava a Maria tutta la umanità che sarebbe passata tra gioie, attese e dolori, proprio come la vita di Gesù.
“Maria, una spada ti trapasserà l’anima!.
Sì perchè ancora oggi è accanto a noi finchè anche in noi si avveri la storia di salvezza del Padre nei confronti di tutta l’umanità che oggi passa attraverso la nostra carne.
Maria, sii accanto a noi nei momenti di gioia premurosa come a Cana di Galiea.
Maria, sii accanto a noi quando prendono Gesù, la Chiesa, come pazzi perchè non affermano i valori mondani, ma la bellezza dell’uomo fatto per amare, per donare, per gioire della gioia degli atri e non per odiare e contrapporsi.
Maria, sii accanto a noi quando diciamo una parola di speranza ai nostri fratelli per sorreggerli nella difficoltà.
Maria, sii accanto a noi quando non ci comprendono, quando ci amareggiamo dicendo che siamo sorpassati.
Maria, sii accanto a chi soffre nell’anima e nel corpo.
Sorreggi sempre il nostro cammino.
Don Angelo